ROMA (MF-DJ)--"Riusciremo ad arrivare a 770 uscite volontarie, non licenzieremo nessuno. Ma il nostro piano di riorganizzazione non è rinviabile: puntiamo a riportare già nel 2022 i conti in attivo, dopo due anni difficili".

Lo ha detto alla Stampa la numero 2 per l'Italia di Carrefour, Paola Accornero. "E indispensabile adeguarsi all'evoluzione dei consumi", ha precisato la manager spiegando la strategia di un gruppo che, nel nostro Paese, fattura 4,5 miliardi e dà lavoro 15 mila persone, più 10 mila nel franchising.

Nel piano di riorganizzazione sono previsti 770 esuberi e il passaggio di 106 negozi a franchiser. Sono numeri compatibili con uscite volontarie: "la procedura di licenziamento è solo formale. Parliamo del 5% dell'organico, la quota di turnover che abbiamo ogni anno, quindi si può fare. Se ne andranno due-tre persone per negozio interessato dal piano. Ci saranno incentivi e piani di reskilling per la rioccupabilità. Certo, sono decisioni sofferte. Ma necessarie per aumentare la produttività digitalizzando e rivedendo le strutture".

Trovare gestori per 106 "non sarà un problema, l'interesse c'è : già oggi siamo leader in questo segmento, più flessibile e redditivo, adatto al contesto italiano. Puntiamo anche a incentivare i dipendenti a diventare imprenditori: nell'ultimo anno 50 nostri negozi sono passati nelle loro mani. In ogni caso, chi gestirà i punti vendita dovrà preservare l'organico, le riduzioni scatteranno solo nei negozi meno redditivi che rimarranno a noi".

"Parliamo di un terzo dei supermercati, quelli meno performanti. Non interverremo dove c'è ancora redditività". Il supermercato è un modello che "deve evolvere perché sono cambiati i modelli di consumo. Gli express e i negozi di prossimità funzionano: non hanno problemi di produttività, le strutture sono snelle, al cliente si riesce a dare tutto quel che serve. Invece supermercati e iper hanno bisogno di essere rilanciati. Servono investimenti, nuovi concept, revisione degli assortimenti e dell'organizzazione sfruttando il digitale. Questo purtroppo ha impatti sui livelli di personale".

La pandemia "ha pesato in modo particolare per due motivi, al di là di dinamiche come la perdita del potere d'acquisto che colpiscono tutti. Il primo è che un terzo dei nostri ricavi arriva dai 44 ipermercati, più penalizzati delle piccole strutture dall'emergenza sanitaria. Il secondo è che i negozi di prossimità,in cui siamo leader, hanno patito lo svuotamento dei centri storici per smart working e limitazioni. Stiamo investendo sull'e-commerce, ma vale solo il 3% del nostro fatturato. Abbiamo chiuso il 2020 in perdita e con un risultato operativo negativo, in miglioramento nel 2021 ma ancora non soddisfacente. Nel 2022 puntiamo a tornare in utile anche grazie al nostro piano di rilancio".

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(END) Dow Jones Newswires

November 29, 2021 02:36 ET (07:36 GMT)