Il Paese dell'Africa meridionale sta attualmente generando meno della metà della sua domanda di energia elettrica di 1.700 MW, a causa delle prestazioni insufficienti delle sue vecchie centrali a carbone e dei bassi livelli d'acqua che incidono sulla generazione della sua centrale idroelettrica da 1.050 MW a Kariba.

Le centrali solari galleggianti stanno diventando un'opzione sempre più attraente, in quanto gli sviluppatori cercano di evitare l'utilizzo di grandi spazi e interessi di utilizzo del territorio in competizione.

La proposta di China Energy, fatta alla società statale Zimbabwe Power Company e a un consorzio privato di consumatori industriali di energia elettrica del Paese, prevede l'installazione di circa 1,8 milioni di pannelli solari a un costo di 987 milioni di dollari, come risulta dai documenti visionati da Reuters.

"L'ambito di lavoro del progetto comprende la progettazione, l'approvvigionamento, la costruzione e la messa in servizio di un parco solare galleggiante da 1000 MW AC e di una stazione di rilancio da 330kV/33kV", si legge nel documento. Includerebbe anche una linea di trasmissione dalla stazione di rilancio a una sottostazione a Kariba.

China Energy ha recentemente completato due progetti solari galleggianti nella provincia cinese di Shandong e in Tailandia, secondo i documenti.

La settimana scorsa lo Zimbabwe ha iniziato a generare energia dal primo dei due nuovi impianti a carbone da 300 MW finanziati dalla Cina a Hwange, ma prevede di passare alle fonti di energia rinnovabili per la fornitura di elettricità a lungo termine.

Lo scorso dicembre, il Governo ha presentato degli incentivi per aiutare a mettere in funzione progetti solari da 1.100 MW entro il 2025.