MILANO (awp/ats/ans) - I revisori di Pwc gettano la spugna e lasciano l'incarico di certificatori del bilancio 2021 di Evergrande, aggiungendo ulteriore pressione al colosso immobiliare cinese in default da oltre un anno e impegnato nel tentativo di raggiungere un complicatissimo accordo di ristrutturazione con i suoi creditori.

"La società e Pwc non sono state in grado di raggiungere un accordo sulla tempistica e il perimetro del lavoro in merito alla valutazione della continuità aziendale del gruppo", come pure in relazione "al lavoro e alle procedure" da seguire in materia di valutazione degli asset" ha reso noto Evergrande, con Pwc che ha lamentato di "non aver ricevuto informazioni relative a certe questioni significative" nell'ambito del lavoro di revisione sui conti 2021.

Il lungo elenco di documentazione mancante include "le previsioni sui flussi di cassa", il "valore netto realizzabile" degli immobili in costruzione e completati ma anche "i prospetti consolidati del gruppo e quelli individuali di alcune controllate". Evergrande sottolinea come sia "decisivo completare la revisione" del bilancio 2021 per andare avanti nella ristrutturazione del debito e perciò ha ritenuto "nel miglior interesse del gruppo" nominare un nuovo revisore, Prism.

Nel frattempo, riferisce Bloomberg, Evergrande ha presentato ai creditori una proposta di ristrutturazione del debito estero. Due le opzioni: la prima prevede pagamenti dilazionati in un arco di tempo fino a 12 anni, attraverso l'emissione di nuovi bond, che renderebbero, nella parte bassa del loro range, circa il 2%. L'altra prevede l'emissione di titoli ibridi, come bond convertibili, di durata più ridotta e cedole del 6-7%. Proposte che ora i creditori cercheranno di rendere più appetibili.

Ma il tempo corre: il 20 marzo si terrà a Hong Kong un'udienza su alcune ingiunzioni di pagamento che potrebbero portare Evergrande alla liquidazione forzata di asset.