La schiera di funzionari della Federal Reserve che non hanno alcuna urgenza di procedere a tagli dei tassi d'interesse continua a crescere, con il capo della Fed di New York che giovedì ha affermato che non è necessaria una riduzione dei costi di prestito "nel brevissimo termine".

Con questa osservazione, il Presidente della Fed di New York John Williams ha piantato una bandiera insieme a molti altri responsabili politici, segnalando una crescente cautela nel muoversi troppo rapidamente per tagliare i tassi di interesse quando l'inflazione sembra essere - nella migliore delle ipotesi - su un percorso "accidentato" per tornare all'obiettivo annuale del 2% della banca centrale.

L'inflazione si sta rivelando un problema più spinoso di quanto i funzionari della banca centrale statunitense avessero previsto solo un paio di mesi fa, mentre altre misure dell'economia mostrano pochi segni di rallentamento. Questa combinazione ha fatto slittare l'inizio previsto di un ciclo di allentamento.

La posizione della Fed è attualmente in un "buon posto" e "non c'è una chiara necessità di aggiustare la politica monetaria nel brevissimo termine", data la situazione attuale dell'economia, ha dichiarato Williams ai giornalisti dopo un discorso a New York. Williams, vicepresidente del Federal Open Market Committee, il comitato della banca centrale che stabilisce i tassi, ha anche detto che i tagli dei tassi saranno necessari "prima o poi".

Nel frattempo, il Presidente della Fed di Richmond Thomas Barkin, che aveva già espresso le sue preoccupazioni circa l'ampiezza dell'inflazione, difficile da "conciliare" con un passaggio a breve termine ai tagli dei tassi, ha detto che gli ultimi numeri "non aumentano la mia fiducia" sul fatto che le pressioni sui prezzi si stiano allentando su una base più ampia nell'economia.

Williams ha anche accennato ai problemi emersi nei recenti rapporti sui dati, affermando che "probabilmente ci saranno delle asperità lungo il percorso, come abbiamo visto in alcune recenti letture sull'inflazione".

Tuttavia, Williams ha detto ai giornalisti che i funzionari della Fed non sono stati sorpresi dalle recenti battute d'arresto dell'inflazione, e che se ci sono state sorprese è stato per la velocità con cui le pressioni sui prezzi si sono attenuate lo scorso anno.

Williams e Barkin hanno parlato un giorno dopo che i dati dell'indice dei prezzi al consumo sono risultati più forti del previsto a marzo, provocando un'ampia reimpostazione delle aspettative su quando la Fed sarà in grado di tagliare i tassi quest'anno e portando alcuni economisti a prevedere che non ci saranno riduzioni dei costi di prestito fino al 2025.

Gli economisti delle società di Wall Street, tra cui Barclays e Wells Fargo, hanno modificato le loro richieste dopo i dati CPI, prevedendo solo uno o due tagli dei tassi per l'anno, invece delle tre mosse precedenti. Le scommesse dei mercati finanziari su un inizio dei tagli dei tassi a settembre sono rimaste in gran parte intatte, anche se le letture dei prezzi alla produzione a marzo, generalmente più fredde del previsto, hanno aumentato la visione collettiva dei trader sulle possibilità di un taglio dei tassi entro luglio, portandola quasi alla pari con quella di un inizio più tardivo. (Relazioni di Michael S. Derby a New York e Howard Schneider a Washington; Scrittura di Dan Burns e Ann Saphir; Redazione di Paul Simao)