I procuratori australiani hanno interrotto l'azione penale del magnate minerario Andrew Forrest nei confronti di Meta, in merito a quelle che, a suo dire, erano migliaia di pubblicità truffaldine di criptovalute su Facebook con il suo volto.

La decisione è una battuta d'arresto per Forrest, proprietario al 37% del produttore di minerale di ferro Fortescue Metals Group e seconda persona più ricca d'Australia, nel suo tentativo di ritenere il gigante di Internet responsabile degli annunci. È in corso una causa civile separata che ha intentato contro Meta per gli annunci in California.

Un portavoce del Commonwealth Director of Public Prosecutions ha dichiarato venerdì che il dipartimento ha ritenuto che non ci fossero prove sufficienti per continuare l'azione legale, ma non ha approfondito.

Forrest ha accusato Meta di aver violato le leggi australiane contro il riciclaggio di denaro, consentendo a truffatori di terze parti di utilizzare il suo software e la sua piattaforma per pubblicizzare falsi programmi di criptovalute con foto del suo volto, inducendo le persone a credere che lui li avesse approvati.

Ha intentato la causa in base alle leggi australiane che consentono a un individuo di perseguire penalmente una società straniera con il consenso del procuratore generale.

Forrest ha dichiarato in una dichiarazione che la decisione di archiviare il caso è "una tragedia per genitori e nonni innocenti che hanno perso i risparmi di una vita".

Un portavoce di Meta non è stato immediatamente disponibile per un commento.

Forrest ha aggiunto che continuerà a portare avanti la causa in California, in cui accusa l'azienda statunitense di non aver preso misure sufficienti per prevenire le pubblicità.

In un deposito per quella causa, Forrest ha detto che Meta gli ha promesso nel 2019 che avrebbe aiutato a rimuovere gli annunci truffa con il suo volto, ma che gli annunci hanno continuato a comparire per gli utenti australiani di Facebook, con conseguenti ingenti perdite per le persone ingannate.

Il gigante dei social media ha sostenuto che una legge statunitense esenta le piattaforme internet dalla responsabilità per i contenuti pubblicati da terzi e ha cercato di far respingere la causa di Forrest. Forrest sostiene che l'argomentazione di Meta non è valida, sostenendo che la legge statunitense si applica solo a livello nazionale.

Da aprile 2023 a novembre 2023, più di 1.000 annunci di questo tipo sono apparsi su Facebook, secondo il dossier di Forrest.