I procuratori italiani hanno chiesto l'archiviazione di un caso contro l'ex ministro per la transizione energetica Roberto Cingolani per il presunto abuso d'ufficio nella concessione di una licenza a un impianto chimico Solvay, come risulta da un documento visionato da Reuters.

Nel documento, la Procura di Roma ha comunicato a Cingolani che era sotto inchiesta, ma anche che i procuratori avevano chiesto l'archiviazione del caso per mancanza di prove.

L'ex ministro e attuale amministratore delegato del gruppo di difesa e aerospaziale Leonardo, controllato dallo Stato italiano, ha il diritto di presentare le sue memorie o di chiedere di essere ascoltato da un collegio per i reati ministeriali in un tribunale di Roma.

Il collegio deciderà poi se accogliere la richiesta dei pubblici ministeri e archiviare il caso.

Cingolani e Leonardo hanno rifiutato di commentare.

Lunedì due fonti con conoscenza diretta della questione hanno detto che Cingolani era sotto inchiesta per aver rinnovato un permesso ambientale per lo stabilimento di Rosignano Solvay su una spiaggia toscana nel 2022.

L'indagine, che non coinvolge Solvay, fa seguito a una causa intentata nel 2022 da Giuseppe Bivona, attivista co-fondatore di Bluebell Capital Partners, e da Elio Lannutti, ex senatore del Movimento 5 stelle.

Hanno denunciato che il Ministro aveva prorogato le autorizzazioni per l'impianto chimico, anche se una fonte vicina all'ex Ministro, parlando in condizione di anonimato, ha detto che l'autorizzazione era una nuova autorizzazione, non un'estensione del permesso che sarebbe scaduto nel 2027.

La fonte ha detto che la nuova licenza era richiesta dalla legge perché si era verificato un cambiamento nell'impianto del gruppo chimico belga.

Nel settembre 2022, Solvay aveva dichiarato di voler ridurre il volume di rifiuti industriali scaricati in mare dalla produzione di soda sulla costa toscana, in seguito alle pressioni degli ambientalisti. (Servizio di Emilio Parodi, redazione di Barbara Lewis)