Spexis AG ha annunciato i risultati di uno studio in vitro che ha valutato gli effetti della combinazione del potente inibitore CXCR4 di Spexis, balixafortide (BLX), con diverse terapie convenzionali o mirate presenti sul mercato, in modelli di linfoma a cellule B. La ricerca è stata condotta sotto la guida del Prof. Francesco Bertoni presso il rinomato Istituto di Ricerca Oncologica di Bellinzona, in Svizzera. I risultati dello studio hanno dimostrato che l'aggiunta di BLX o di un altro inibitore CXCR4 della piattaforma macrocicli Spexis, SPX5551, alle terapie convenzionali o mirate, tra cui l'inibitore della tirosin-chinasi BCR-ABL imatinib, l'inibitore P13K copanlisib e l'inibitore BTK ibrutinib, ha mostrato un aumento dell'attività antiproliferativa, sia additiva che sinergica, in tutti i linfomi a cellule B testati.

Questi dati suggeriscono che l'aggiunta di balixafortide o SPX5551 ha il potenziale di migliorare l'effetto degli inibitori del BCR e può superare la resistenza agli inibitori di BTK e PI3K nel trattamento di pazienti con alcuni tipi di linfoma a cellule B. Lo studio è stato progettato per valutare se l'inibizione farmacologica di CXCR4 potesse aumentare l'attività antitumorale di vari agenti anti-linfoma in diverse linee cellulari di linfoma a cellule B, comprese alcune con resistenza secondaria agli inibitori di BTK e PI3K. L'attività antiproliferativa è stata misurata con il saggio MTT in linee cellulari derivate da linfoma a cellule mantellari, leucemia linfocitica cronica e linfoma della zona marginale.

Il saggio MTT viene utilizzato per misurare l'attività metabolica cellulare come indicatore della vitalità cellulare, della proliferazione e della citotossicità.