ZURIGO (awp/ats) - Il 2023 borsistico svizzero si appresta ad essere archiviato come un anno turbolento - come dimenticare il tracollo di Credit Suisse? - ma nel complesso leggermente positivo. Con l'avvicinarsi delle festività è il momento anche di dare i giudizi sui singoli titoli: e non mancano le sorprese, UBS in primis.

Lo Swiss Market Indesx (SMI), indice principale del mercato di Zurigo, ha guadagnato il 4,1% rispetto all'inizio di gennaio (tutti i dati: chiusura di ieri), a fronte per esempio di un 2022 da dimenticare: -14,2%.

Se si tiene conto anche dei dividendi versati dalle aziende il cosiddetto total return è del 7,6%, un dato superiore alla media degli ultimi 20 anni, pari al 6,7%, segnala oggi il portale finanziario Cash. Da parte sua l'agenzia Awp ricorda che dal massimo di sempre del 3 gennaio 2022 (12'997 punti SMI) manca ancora un 17%.

Altre piazze hanno fatto peraltro meglio di quella elvetica: è il caso per esempio di Francoforte (Dax +20%), di Parigi (+15%) o di Wall Street: il Dow Jones è salito del 12% e il Nasdaq, l'indice tecnologico, addirittura del 42%, spinto da quelli che vengono chiamati i magnifici sette, cioè Alphabet, Amazon, Apple, Microsoft, Meta, Nvidia e Tesla, società che hanno beneficiato delle aspettative sull'intelligenza artificiale.

Se l'SMI - che comprende i titoli di 20 società - non ha fatto faville è perché gran parte della sua capitalizzazione (circa il 50%) è da ascrivere a tre valori difensivi, due dei quali proprio poco brillanti: si stratta di Roche (-16% da inizio gennaio) e Nestlé (-9%). Il terzo, Novartis (+7%), ha dato maggiori soddisfazioni.

Peggio di Roche si è mossa solo Lonza (-23%). Poco dinamismo è stato mostrato anche da Swisscom (+1%) e Zurich, che è rimasta ferma sul posto. Ben più ispirati sono apparsi i titoli ciclici come Sika (+22%) e Geberit (+23%), come pure Kühne+Nagel (+34%), ABB (+24%) e Holcim (+39%). Uno scalino ancora più in alto, al terzo posto sul podio, si è issata Logitech (+42%), che ha approfittato del buon anno per i valori tecnologici.

Al primo e al secondo rango, ieri separati da un nonnulla, vi sono UBS e Partners Group, che sono salite entrambe del 50%. Il fatto che la banca guidata da Sergio Ermotti sia riuscita così rapidamente a conquistare il favore degli investitori, dopo l'acquisizione di Credit Suisse (CS), non era certamente scontato. Va peraltro ricordato che gli azionisti di CS hanno ricevuto titoli UBS solo a un rapporto molto sfavorevole.

Interessante è anche l'analisi dello Swiss Performance Index (SPI), l'indice allargato del mercato elvetico. La performance peggiore è stata osservata per le società biotecnologiche Kinarus (-98%), Evolva (-96%), Spexis (-90%), Relief Therapeutics (-86%) e Idorsia (-84%).

Sul fronte opposto si frega le mani chi aveva investito in Newron Pharmaceuticals (+183%), Docmorris (+179%), Kuros (+143%), One Swiss Bank (+97%), Ypsomed (+75%), Mikron (+73%), Xlife (+65%) e Vat (64%); già al nono posto figura UBS, mentre la top ten è completata da Temenos (+51%).

Proprio sulla base dell'esempio di questo ultimo titolo Cash fa comunque presente che un forte rialzo annuale non deve per forza portare a una gioa smisurata. Per Temenos si tratta infatti di una correzione, dopo che nel 2022 il valore aveva perso il 66%: l'azione è ancora scambiata circa il 50% sotto i suoi massimi.

"Gli investitori che desiderano entrare in un'azione in calo devono sempre tenere a mente questo fatto", spiegano gli specialisti di Cash. "Un'entrata scaglionata è quindi consigliabile per i candidati a un'inversione di tendenza o per altri titoli iper-venduti che vengono scambiati a corsi molto bassi: anche gli azionisti di Credit Suisse che hanno acquistato poco prima del crollo di febbraio o marzo ne sono dolorosamente consapevoli".

Detto dell'anno che sta per finire, quali sono le prospettive? "Il 2024 potrebbe essere molto diverso e portare nuove sorprese", afferma John Plassard della banca Mirabaud, citato dall'Awp. Tra le varie teorie che circolano sul mercato, l'esperto dell'istituto ginevrino sottolinea la seguente: "Se le prime cinque sedute dell'anno sono positive, storicamente ciò è generalmente sinonimo di un anno eccellente: al contrario, se i primi cinque giorni dell'anno sono negativi, il resto dell'anno sarà debole".

Impossibile a questo punto non concludere con una celebre massima, attribuita di volta in volta al fisico danese Niels Bohr (1885-1962), allo scrittore americano Mark Twain (1835-1910), al commediografo tedesco Karl Valentin (1882-1948) o allo stesso statista britannico Winston Churchill (1874-1965): "Le previsioni sono difficili, soprattutto quando riguardano il futuro".