ZURIGO (awp/ats) - L'inflazione in Svizzera sta aumentando in modo nettamente più forte di quanto atteso, ragione per cui la Banca nazionale svizzera (BNS) sarà costretta a intervenire con ulteriori strette monetarie: è quanto affermano gli economisti di UBS, che scommettono su un tasso guida della BNS presto all'1,75%.

A inizio anno il rincaro si è rivelato assai più elevato del previsto, con in particolare un'accelerazione nel settore dei servizi, scrivono gli esperti della grande banca in un'analisi pubblicata oggi. Malgrado ciò la crescita dei prezzi al consumo dovrebbe rallentare.

Complessivamente comunque UBS ritocca sensibilmente al rialzo, dal +2,1% al +2,5%, le sue previsioni per l'inflazione 2023. Nella seconda parte dell'anno il rincaro dovrebbe scendere sotto la soglia del 2% e rimanervici. Per il 2024 è previsto un +1,4% (in precedenza: +1,3%).

Di fronte all'aumento dei prezzi, al miglioramento della situazione economica in Svizzera e a una politica monetaria più aggressiva da parte della Banca centrale europea (Bce) la BNS si vedrà costretta a intervenire. Secondo gli specialisti di UBS il tasso guida, attualmente all'1,00%, dovrebbe essere aumentato di 50 punti base nel corrente mese di marzo e di 25 punti in giugno, per poi rimanere stabile all'1,75% nella seconda metà dell'anno.

Questo è lo scenario di base. Il passato ha però dimostrato che il rincaro può rimanere ostinatamente a un livello elevato, una volta che si è esteso all'insieme dei prezzi al consumo, viene fatto notare. "Il rischio che l'inflazione salga più del previsto e che la BNS aumenti ancora di più e più a lungo i tassi di interesse di riferimento non è trascurabile", concludono gli analisti di UBS.