I 220 pence per azione offerti da Nationwide per Virgin Money rappresentano un premio del 38% rispetto al valore del titolo ieri, finanziato attraverso le attuali risorse di cassa di Nationwide, ha detto il gruppo.

L'operazione proposta è l'ultima evidenza di una ripresa dell'M&A nel settore del credito britannico, con alcuni istituti che utilizzano questa leva per cercare di rafforzare i propri bilanci contro un possibile aumento dei crediti in sofferenza a causa della recessione che colpisce le famiglie e le imprese del Regno Unito.

Il mese scorso Barclays ha annunciato l'acquisizione delle attività bancarie del primo gruppo britannico di supermercati Tesco per circa 600 milioni di sterline.

Secondo gli analisti, l'operazione Nationwide-Virgin Money potrebbe aumentare la concorrenza nel mercato britannico dei mutui e del risparmio e stimolare la ripresa di alcuni titoli bancari, le cui valutazione sono scese in seguito alle tensioni geopolitiche e alla scarsa crescita economica.

Secondo altri, il deal potrebbe persino stimolare simili operazioni tra le banche desiderose di mantenere la propria quota di mercato.

Nationwide, uno dei maggiori istituti di credito britannici di tipo cooperativo nato da diverse acquisizioni e fusioni, ha detto che la fusione le consentirebbe di offrire una gamma più ampia di prodotti e servizi ai propri soci e di aumentare la propria solidità finanziaria.

Se portata a termine, l'acquisizione creerà una soggetto con un patrimonio di circa 366,3 miliardi di sterline e con un volume di prestiti di circa 283,5 miliardi.

Il Cda di Virgin Money, sesta banca retail della Gran Bretagna, ha detto di aver valutato attentamente l'operazione e di essere intenzionato a raccomandarla ai propri azionisti.

(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Andrea Mandalà)