MILANO (MF-DJ)--Il 2021 del settore automobilistico mondiale inizia già con un botto. Oggi le assemblee straordinarie di Fca e di Psa daranno il via libera alla fusione tra il Lingotto e la casa del Leone, creando il quarto gruppo automobilistico mondiale in termini di vendite (con circa 8,7 vetture immatricolate l'anno) alle spalle di Volkswagen, Toyota e l'alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi.

La scelta del primo giorno lavorativo dell'anno per siglare l'operazione, scrive Milano Finanza, non è soltanto un omaggio del presidente di Fca John Elkann al suo ex amministratore delegato Sergio Marchionne, scomparso nel 2018, il quale spesso faceva coincidere con l'inizio lavorativo di un esercizio alcuni eventi molto importanti (come lo spin-off tra Fiat Auto e Fiat Industrial nel 2011 e la quotazione della Ferrari a Milano nel 2016). Ma soprattutto è la conferma che le due case hanno fretta di andare a nozze. Stando agli accordi del dicembre 2019, la fusione avrebbe dovuto concretizzarsi entro la fine di quest'anno. Poi il Covid ha rallentato tutto e ora, dopo aver ottenuto l'approvazione da parte dell'Antitrust Ue sui veicoli commerciali (arrivata poco prima di Natale), le due case vogliono correre e puntano al closing dell'operazione entro la fine di gennaio.

Ufficialmente la nuova Stellantis (questo il nome scelto per la nuova società) sorgerà da una aggregazione paritetica tra Fca e Psa. Così, Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann, avendo circa il 28,5 di Fca, avrà più o meno il 14,4% di Stellantis, risultando così il primo socio del nuovo gruppo. Gli altri grandi azionisti saranno i maggiori soci di Psa: ovvero la famiglia Peugeot, che avrà il 7,2 del nuovo gruppo (con un'opzione a salire sino all'8,5%); lo Stato francese che avrà il 6,2 attraverso la controllata Bpi e i cinesi di Dongfeng che avranno il 5,6 di Stellantis. Al di là delle dichiarazioni di facciata, però, l'operazione si sostanzia in realtà come un'acquisizione di Fca da parte di Psa. Non solo perché i documenti ufficiali depositati presso le autorità olandesi (Paese in cui avrà sede legale Stellantis), che impongono che sia esplicitato un compratore e un venditore, dicono nero su bianco che è Psa a comprare Fca. Ma soprattutto perché lo di desume dalla composizione del futuro cda. Degli 11 componenti del board, cinque saranno infatti i membri di nomina Psa, e altri cinque saranno di nomina Fca - tra cui il presidente John Elkann e il numero uno della Juventus Andrea Agnelli - l'undicesimo posto toccherà a colui il quale sarà il ceo di Stellantis che, è già stato deciso, sarà il manager portoghese Carlos Tavares, attuale amministratore delegato di Peugeot. Nei fatti quindi un sei a cinque a favore dei francesi che spiega bene i rapporti di forza.

Al momento sia Psa che Fca hanno assicurato che non sono previsti sacrifici occupazionali e Tavares ha anche spiegato che il polo dirigenziale di Torino non subirà pesanti ridimensionamenti. Però se è chiaro che Psa erediterà da Fca soprattutto la presenza nelle Americhe (con Chrysler e Fiat che porteranno in dote il mercato statunitense e brasiliano), è altrettanto evidente che Stellantis avrà una forte concentrazione in Europa, visto che ai cinque brand di Psa ( Peugeot, Citroën, Ds, Opel e Vauxhall) si aggiungeranno i marchi europei di Fca. E questa cosa preoccupa non poco i rappresentanti sindacali, dato che l'Europa è un mercato automobilisticamente maturo con tassi di crescita non strabilianti. Insomma, solo il tempo dirà chi avrà avuto ragione tra i dirigenti delle due case e le preoccupazioni delle parti sociali.

Sempre sull'asse italo-francese, l'anno nuovo rappresenterà un test importantissimo per il ceo di Renault Luca de Meo, che quest'estate è divenuto il primo manager italiano nominato numero uno operativo di un colosso automobilistico straniero. L'ex allievo di Marchionne (ma con un brillante carriera anche in Toyota e nel gruppo Volkswagen) dovrebbe presentare il suo primo piano industriale entro gennaio. L'idea è di puntare su modelli a maggior valore aggiunto (di qui anche il rilancio del brand Alpine) marcando una grande discontinuità con la ricetta del predecessore Carlos Ghosn (ora finito in guai giudiziari) che puntava molto sul numero di modelli venduti (non a caso sotto la gestione del manager franco libanese l'alleanza Renaul-Nissan-Mitsubishi divenne nel 2017 il maggior costruttore di auto al mondo in termini di unità immatricolate). Un secondo punto riguarderà la spinta verso l'elettrico. Un tratto comune a tutte le case ormai, visto che la tecnologia green sarà il paradigma dominante del mondo dell'auto nei prossimi anni, ma in cui Renault può sfruttare un vantaggio competitivo legato al fatto che la Losanga è sempre stata tra i principali fautori di questa tecnologia in Europa.

red/lab

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0408:08 gen 2021

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January 04, 2021 02:10 ET (07:10 GMT)