L'inflazione è lentamente scesa dal campo a due cifre visto l'autunno scorso, ma per vedere i prezzi tornare all'obiettivo del 2% fissato dalla Bce si potrebbe aspettare fino al 2025, dato che le pressioni sottostanti appaiono ostinate, stimolate dalla crescita dei salari nominali più rapida degli ultimi anni.

Le aspettative mediane per l'inflazione nei prossimi 12 mesi sono scese al 4,1% ad aprile dal 5% di marzo, mentre per i tre anni successivi sono scese al 2,5% dal 2,9%, ha detto la Bce, in base a un sondaggio mensile condotto su 14.000 adulti nei maggiori Paesi della zona euro.

"Pertanto, gli aumenti osservati a marzo hanno in gran parte invertito la rotta", ha affermato la Bce.

"Le percezioni e le aspettative di inflazione hanno continuato a essere strettamente allineate tra le varie classi di reddito, con gli intervistati più giovani che hanno segnalato percezioni e aspettative di inflazione più basse e cali più marcati rispetto agli intervistati più anziani", ha aggiunto l'istituto.

I consumatori hanno stimato anche una crescita salariale più modesta, ridotto le loro aspettative di disoccupazione e sono risultati meno pessimisti sulle prospettive di crescita della zona euro, anche se vedono ancora una contrazione.

(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Gianluca Semeraro)