WASHINGTON (awp/ats/awp) - Il Fondo monetario internazionale (FMI) ha confermato oggi le sue prospettive di crescita e inflazione per la Svizzera. Di fronte all'accelerazione dei prezzi raccomanda, se necessario, ulteriori aumenti del tasso d'interesse di riferimento.

Nel loro rapporto sulla Svizzera gli economisti del FMI prevedono una crescita del prodotto interno lordo (PIL) dello 0,8% quest'anno e dell'1,8% nel 2024, come già stimato nelle previsioni di aprile.

La decelerazione viene spiegata con l'abbassamento delle prospettive di crescita globale, l'inasprimento delle politiche monetarie e il rallentamento della domanda. Il Fondo prevede che nel 2024 la crescita torni "al suo potenziale di medio termine".

Gli scompigli causati dalla fusione forzata tra UBS e Credit Suisse, soprattutto in termini di posti di lavoro, dovrebbero essere limitati, anche grazie a un mercato del lavoro molto sano, rileva il FMI. Per quest'anno viene pronosticato un tasso di disoccupazione del 2,3%, per il prossimo del 2,4%.

Anche il tasso d'inflazione è stato confermato, al 2,5% nel 2023 e all'1,9% nel 2024. I successivi aumenti del tasso d'interesse di riferimento da parte della Banca nazionale svizzera (BNS) e il rallentamento della domanda dovrebbero portare a una flessione dei prezzi il prossimo anno. Se l'accelerazione dei prezzi dovesse invece continuare, il FMI "incoraggia" un ulteriore inasprimento della politica monetaria.

In termini di rischi, gli esperti del Fondo invitano le autorità elvetiche a "monitorare attentamente" la fusione tra i due colossi bancari e ad analizzare le "possibili vulnerabilità" tra gli operatori non bancari del settore finanziario, immobiliare e delle tecnologie finanziarie (fintech).