ZURIGO (awp/ats) - Il franco si rafforza ulteriormente nei confronti dell'euro, toccando nuovi livelli storici: in serata il corso della moneta europea è sceso abbondantemente sotto 0,94 franchi, calando al livello più basso dal 2015, quando l'abolizione della soglia minima di cambio fissata dalla Banca nazionale svizzera (BNS) scatenò un terremoto sui mercati valutari.

Oggi prima alle 18.00 l'euro è stato scambiato a un corso minimo di 0,9353 franchi, per poi risalire parzialmente verso quota 0,9370. Secondo gli osservatori del mercato si tratta praticamente di un minimo di sempre. "È possibile che l'euro sia sceso ancora più in basso quando il tasso di cambio minimo è stato revocato il 15 gennaio 2015: ma è molto incerto che tale tasso sarebbe stato effettivamente applicato", ha spiegato un trader all'agenzia Awp. "Non credo che siamo mai stati così in basso da quando esiste l'euro", sintetizza l'esperto.

La valuta elvetica si è rafforzata anche nei confronti del dollaro, il cui corso è sceso oggi a 0,8408 franchi, livello minimo sempre dalla famosa giornata del gennaio 2015. Da notare peraltro che in mattinata il biglietto verde era ancora scambiato a 0,8550, in netto rialzo.

Secondo gli analisti sia il dollaro che l'euro scontano in generale le aspettative che prevedono a breve un taglio dei tassi d'interesse da parte delle rispettive banche centrali, mentre la probabilità di una rapida riduzione del costo del denaro da parte della BNS viene considerata meno elevata.

E perché proprio oggi questi moti repentini, malgrado non siano stati pubblicati dati economici importanti né nell'Eurozona né negli Stati Uniti? Questo si spiega con il fatto che molti investitori sui mercati finanziari hanno già chiuso i conti del 2023: gli scambi sono ridotti ed è quindi possibile che si verifichino oscillazioni di prezzo più significative.

Per gli amanti della storia economica, l'euro (in circolazione monetaria effettiva dal 2002) ha toccato il suo massimo di sempre sul franco nel 2007 a 1,7146 franchi. Erano i tempi del cosiddetto "supereuro", che secondo i suoi sostenitori si apprestava a sostituire il dollaro come valuta di riferimento mondiale. La successiva crisi economica e finanziaria mondiale, aggravata poi dalla crisi del debito sovrano europeo, ha ridimensionato fortemente il valore della moneta Ue, rafforzando il ruolo del franco quale valore rifugio.

Il corso minimo assoluto è stato toccato come accennato nella seduta del 15 gennaio del 2015, passata alla storia con il nome di "Francogeddon", perché si rivelò una sorte di Apocalisse che prese in contropiede i cambisti. Quel giorno di primo mattino l'euro venne scambiato ancora a 1,2015 prima delle comunicazioni della BNS: dopo precipitò sino a 0,8423 franchi, cioè perse il 30% del suo valore in un lasso di tempo molto breve. Va anche considerato che in quella seduta le turbolenze dopo la mossa della BNS - già allora guidata dall'attuale presidente della direzione Thomas Jordan - furono così forti che a tratti non fu più nemmeno possibile determinare il corso. E come detto non tutti considerano il corso indicato come effettivo.

La fama di bene rifugio della valuta elvetica si è costruita nel tempo, parecchio dopo la sua nascita. Il franco svizzero ha infatti oltre 170 anni: è nato nel 1850 e allora era orientato al sistema francese. Non molto noto è il fatto che le prime monete vennero coniate a Parigi: la Zecca federale di Berna entrò infatti in funzione solo nel 1853. E all'epoca probabilmente ben pochi sarebbero stati pronti a scommettere che quella valuta sarebbe un giorno diventata più preziosa di quelle delle grandi potenze vicine.