NEW YORK (awp/ats/ans) - Dopo il dato sull'inflazione negli Stati Uniti, gli analisti finanziari e gli operatori sono tutti concordi nel ritenere che la Fed rimanderà il taglio dei tassi d'interesse.

Ci aspettiamo che la Fed mantenga un "atteggiamento prudente, monitorando attentamente i dati per determinare tempistiche ed entità delle future mosse di politica monetaria", spiega Michele Morra, portfolio manager di Moneyfarm.

Gli investitori stanno monitorando "attentamente l'andamento dell'inflazione, nel tentativo di comprendere quale sarà la linea della Fed sui tassi. Alla fine del mese scorso, il presidente Powell, pur definendo improbabile un taglio dei tassi già a marzo, ha dichiarato che la Fed non ha bisogno di dati migliori, ma solo di vedere che i dati positivi persistano", afferma Ben Laidler, global markets strategist di eToro. "Questo rapporto - aggiunge - conferma l'idea che la Fed non taglierà i tassi nella prossima riunione di marzo e, se l'inflazione dovesse iniziare a salire, le scommesse sul primo allentamento delle politiche monetarie verrebbero rimandate ulteriormente".

Sebbene si potesse già considerare chiusa la porta di un taglio a marzo, visti i recenti commenti della Fed e i rapporti sull'occupazione, possiamo dire che adesso la "porta non solo è chiusa ma è stata gettata la chiave. Non pensiamo che un taglio a maggio sia fuori questione, ma è logico che le probabilità si siano sostanzialmente ridotte", fa notare Greg Wilensky di Janus Henderson. "Con questi nuovi dati - aggiunge - una prima riduzione a giugno sembra l'aspettativa più ragionevole, a meno che non si verifichi un brusco calo del dinamismo del mercato del lavoro o uno shock geopolitico".