Il dollaro australiano e quello neozelandese sono rimasti inattivi martedì, mentre il biglietto verde incombeva in vista della pubblicazione dei dati sull'inflazione statunitense nel corso della settimana, bloccando i guadagni stimolati dalle speranze di un pacchetto di salvataggio del mercato da parte di Pechino.

L'Aussie oscillava a 0,6575 dollari, dopo aver cancellato la maggior parte dei guadagni della notte ed essere sceso sotto la media mobile a 200 giorni di 0,6579 dollari, in un segnale ribassista per la valuta.

Era salita ad un massimo di 0,6612 dollari dopo che Bloomberg aveva riferito che Pechino stava cercando di mobilitare circa 2.000 miliardi di yuan (278 miliardi di dollari) per stabilizzare il crollo dei mercati azionari del Paese.

Il kiwi stava scambiando a 0,6096 dollari, dopo aver guadagnato lo 0,4% durante la notte fino a 0,6116 dollari. La media mobile a 200 giorni di $0,6088 è rimasta un supporto per il momento.

Con l'inizio del nuovo anno, il dollaro statunitense si è dimostrato resistente, in quanto i trader hanno posticipato i tempi previsti per il primo taglio dei tassi da parte della Federal Reserve. L'indice del dollaro ha toccato un massimo di sei settimane durante la notte ed è in rialzo del 2,1% rispetto ai principali concorrenti, aiutato da una nuova salita dei rendimenti in vista dei dati sul PIL e sull'inflazione degli Stati Uniti.

Il rapporto sull'inflazione del quarto trimestre della Nuova Zelanda, mercoledì, ha riservato poche sorprese. L'indice dei prezzi al consumo (CPI) è aumentato dello 0,5% rispetto al trimestre di settembre, in linea con le aspettative, mentre il tasso annuale è rallentato al 4,7%, il più basso dalla metà del 2021.

"L'inflazione è arrivata in linea con le nostre aspettative... Ma in fondo speravamo in una sorpresa al ribasso", ha dichiarato Jarrod Kerr, capo economista di Kiwibank.

"L'inflazione è ben al di sotto delle previsioni della RBNZ. Ma siamo ancora lontani dall'orientamento della nostra banca centrale".

Il tasso swap a due anni è balzato di 7 punti base al 4,7980%, il più alto in due settimane.

In Australia, il Primo Ministro Anthony Albanese ha dichiarato che consulterà i legislatori per modificare i tagli fiscali proposti per i redditi più alti, infrangendo potenzialmente una promessa elettorale in una decisione che probabilmente incontrerà una forte resistenza da parte dell'opposizione.

L'Australian Financial Review ha riferito che le modifiche sarebbero neutre dal punto di vista del bilancio e dell'inflazione. (Servizio di Stella Qiu; Editing di Lincoln Fest).