L'emendamento, che limita i poteri della Corte Suprema di bocciare alcune decisioni del governo se ritenute "irragionevoli", è passato con un voto di 64 a 0, dopo che i parlamentari dell'opposizione hanno abbandonato la seduta per protesta, alcuni dei quali gridando: "Vergogna!".

Il provvedimento fa parte dei piani annunciati dal governo a gennaio, subito dopo il giuramento, che hanno scatenato mesi di proteste senza precedenti in tutto il Paese e suscitato preoccupazione tra gli alleati all'estero per lo stato della democrazia in Israele.

Tuttavia, si profila un'ulteriore situazione di stallo. A pochi minuti dal voto, un gruppo che monitora l'attività politica e il leader dell'opposizione centrista hanno annunciato che avrebbero presentato ricorso alla Corte Suprema contro la legge.

Nella speranza di spingere il governo di coalizione religioso-nazionalista e i partiti di opposizione a un accordo provvisorio, il sindacato Histadrut ha minacciato di indire uno sciopero generale se il governo dovesse perseguire quelle che ha definito misure "unilaterali".

Il ministro della Giustizia Yariv Levin, uno degli artefici del pacchetto di riforme che secondo Netanyahu è necessario per creare un maggiore equilibrio istituzionale, non si è lasciato scoraggiare.

"Abbiamo fatto il primo passo nell'importante processo storico di migliorare il sistema giudiziario e di ripristinare i poteri che erano stati sottratti al governo e alla Knesset (parlamento)", ha detto Levin in un discorso, ignorando, apparentemente, le richieste di Washington di raggiungere un compromesso.

La crisi ha causato una profonda frattura nella società israeliana e si è riversata nell'esercito, con i leader della protesta che sostengono che migliaia di riservisti volontari non presteranno servizio se il governo andrà avanti con i suoi piani, mentre ex vertici dell'esercito hanno avvertito che la prontezza operativa di Israele alla guerra potrebbe essere a rischio.

Lo stallo pesa anche sull'economia. I principali indici azionari di Tel Aviv sono crollati di oltre il 2,5% dopo il voto alla Knesset e lo shekel ha esteso le perdite contro il dollaro all'1,2%.

'UN DISASTRO'

La polizia ha disperso i manifestanti contrari alla riforma giudiziaria con un idrante, mentre gli agenti hanno trascinato via i manifestanti che si erano incatenati a dei pali e avevano bloccato la strada fuori dal Parlamento. Dopo il voto, la polizia ha fatto sapere di aver disperso la folla che aveva marciato su un'autostrada nella zona di Gerusalemme, bloccandola.

La coalizione di Netanyahu sostiene che è determinata ad abolire un eccesso di potere da parte di una Corte Suprema che, a suo dire, è diventata troppo politicamente interventista.

Secondo i critici, l'emendamento di oggi è stato approvato in fretta e furia dal Parlamento e aprirà la porta ad abusi di potere, eliminando uno dei pochi controlli efficaci sull'autorità dell'esecutivo in un Paese privo di una costituzione formale scritta.

"Questo governo può vincere la battaglia, ma non la guerra", ha affermato il leader dell'opposizione Yair Lapid, mentre le proteste si intensificano.

Le due maggiori banche israeliane, Leumi e Hapoalim, hanno detto che consentiranno ai lavoratori di manifestare senza perdere lo stipendio.

Un consorzio di circa 150 tra le più grandi aziende israeliane ha scioperato e Azrieli e Big, due dei più grandi centri commerciali israeliani, hanno informato che i negozi dei loro centri commerciali rimarranno chiusi.

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Claudia Cristoferi)