(Alliance News) - Lunedì, l'euro passa di mano a USD1,0843 contro USD1,0833 registrato in chiusura azionaria europea di venerdì, mentre la sterlina vale USD1,2680 da USD1,2651 di venerdì sera.

"I solidi dati statunitensi su inflazione, occupazione e crescita pubblicati a febbraio hanno avuto un impatto più chiaro sui tassi che sul mercato dei cambi. Il rimbalzo dei rendimenti dei treasury statunitensi non si è tradotto in un rafforzamento sostanziale del dollaro su tutta la linea: l'EUR/USD è rimasto piatto dalla fine di gennaio, la corona svedese è più forte e solo lo yen e il franco svizzero hanno perso più dell'1% nel G10", ha spiegato Francesco Pesole di ING.

"La divergenza tra i titoli a basso rendimento e le altre valute del G10 si è quindi accentuata con il rimbalzo dei tassi. A parte la correlazione meccanica di JPY e CHF con le aspettative della Federal Reserve, la bassa volatilità dei cambi ha reso popolari i carry trade. Non sorprende che il peso messicano, una destinazione comune per i carry trade, abbia avuto un buon mese. La coppia MXN/JPY è salita di oltre il 3% a febbraio ed è in rialzo di oltre il 6% dall'inizio dell'anno".

Nel Vecchio Continente, il calendario dei dati dell'Eurozona si calma dopo i numeri sull'inflazione leggermente più caldi del previsto pubblicati venerdì. L'evento clou della settimana sarà l'annuncio della Banca Centrale Europea di giovedì, in cui i responsabili delle politiche dovrebbero ancora mantenere un atteggiamento sostanzialmente da falco, ma potrebbero iniziare a discutere più apertamente delle condizioni per un taglio dei tassi e questo, soprattutto, sarà accompagnato da una nuova serie di proiezioni del personale. Il nostro team economico illustra qui i principali aspetti da tenere d'occhio in occasione dell'annuncio della BCE".

Sul fronte degli indici, quello del dollaro è in aumento dello 0,1% a 103,8, quello dell'euro è in verde dello 0,1% a 126,2 e quello della sterlina è in rialzo dello 0,2% a 126,5.

Di Claudia Cavaliere, Alliance News reporter

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