WASHINGTON (Reuters) - Gli Stati Uniti e i suoi partner sono pronti a ricorrere a sanzioni e controlli sulle esportazioni per impedire gli scambi commerciali tra Cina e Russia che minacciano la loro sicurezza, nel contesto della guerra in corso in Ucraina.

Lo ha detto il vice consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca per l'economia internazionale, Daleep Singh.

Secondo il funzionario, si potrebbero intraprendere ulteriori azioni per aumentare il costo dell'utilizzo di una 'flotta ombra' da parte della Russia per eludere il tetto al prezzo del petrolio imposto dal G7.

I Paesi potrebbero anche ampliare il 'linguaggio delle sanzioni' attuale rispetto all'intermediazione finanziaria, viste le mosse di Mosca per adattare la propria economia a un assetto di guerra.

"Naturalmente la mobilitazione di queste risorse comporta dei rischi, la politica è fatta di compromessi", ha detto Singh a un evento alla Brookings Institution. "Penso che le sanzioni stiano facendo il loro compito, rispetto agli obiettivi che abbiamo fissato".

Per Singh il vertice dei leader del G7 del mese prossimo rappresenta la migliore occasione per colmare il deficit di finanziamento all'Ucraina, attraverso lo studio di un piano per monetizzare circa 300 miliardi di dollari di asset russi congelati. Una mossa, a suo dire, rischiosa ma necessaria.

I Paesi del G7 non hanno ancora raggiunto un accordo sull'utilizzo degli asset russi congelati, che potrebbero fornire a Kiev 50 miliardi di dollari, ma Washington spinger per agire, data la situazione drammatica, ha detto Singh.

I leader del G7 si riuniranno in Italia dal 13 al 15 giugno.

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Francesca Piscioneri)