Intorno alle 15,15 italiane, il Dow Jones cede 554,35 punti, o l'1,68%, a 31.630,18, lo S&P 500 perde 56,70 punti, o l'1,46%, a 3.862,21, e il Nasdaq scambia in ribasso di 129,47 punti, o dell'1,13%, a 11.295,12.

Le azioni Credit Suisse quotate a New York sono arrivate a perdere oltre il 24% a un minimo storico, dopo che il principale investitore della banca svizzera ha detto di non poter fornire ulteriori aiuti finanziari all'istituto di credito.

Ad alimentare le speranze di una politica della Fed meno 'hawkish', le vendite al dettaglio sono scese dello 0,4% il mese scorso dopo la crescita del 3,2% vista a gennaio, mentre gli economisti intervistati da Reuters avevano previsto una contrazione dello 0,3%.

Altri dati hanno mostrato che i prezzi alla produzione statunitensi sono inaspettatamente scesi a febbraio e che l'aumento dei prezzi a gennaio non è stato così ampio come inizialmente stimato, offrendo qualche segnale di speranza nella lotta all'inflazione.

I dati giungono in un momento in cui il crollo della SVB Financial e di Signature Bank avevano già alimentato i timori sullo stato di salute di altre banche, alimentando le speranze che la Fed eviti bruschi aumenti dei tassi nella prossima riunione per garantire la stabilità finanziaria.

Il rendimento dei Treasury a dieci anni scivola al 3,47%, mentre quello dei titoli a due anni, che meglio riflettono le aspettative sui tassi di interesse, scende al 3,87%.

First Republic Bank è scivolata del 7,9% e PacWest Bancorp ha perso il 14,7%, prima di essere sospese per volatilità.

Le grandi banche statunitensi, tra cui JPMorgan Chase & Co, Citigroup e Bank of America cedono tra il 2,3% e il 5%.

L'indice bancario regionale Kbw arretra del 3,1%, mentre l'indice bancario S&P 500 perde il 4,2%.

In controtendenza Charles Schwab che guadagna l'1,2% un giorno dopo che il Ceo ha detto che il gruppo ha sufficiente liquidità.

(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Sabina Suzzi)