La famiglia italiana Moratti ha accettato di vendere il 35% del raffinatore di petrolio Saras al commerciante globale di materie prime Vitol a 1,75 euro per azione, valutando l'intero gruppo 1,7 miliardi di euro, ha dichiarato in un comunicato di domenica.

A determinate condizioni, Vitol potrebbe anche acquistare un'ulteriore partecipazione fino al 5% nel gruppo, che è coperta da un contratto derivato firmato da uno dei membri della famiglia.

Alla chiusura dell'accordo, l'intera partecipazione della famiglia Moratti in Saras sarà trasferita a Vitol, innescando un'offerta pubblica di acquisto obbligatoria per il capitale azionario in circolazione del gruppo.

Vitol lancerà l'offerta d'acquisto allo stesso prezzo per azione di 1,75 euro, che potrà essere adeguato in caso di distribuzione di dividendi prima della chiusura della transazione.

Questo prezzo rappresenta un premio di circa il 10% rispetto al prezzo dell'azione prima che le speculazioni dei media facessero impennare il titolo la scorsa settimana.

L'obiettivo dell'offerta pubblica di acquisto obbligatoria è quello di ottenere il delisting dalla Borsa di Milano, che può essere raggiunto anche attraverso la fusione per il delisting, nel caso in cui siano soddisfatte le condizioni richieste, hanno detto i Moratti.

Il Governo italiano esaminerà la transazione in base alla sua normativa sul golden power, volta a proteggere gli asset ritenuti di importanza strategica.

L'asset più importante di Saras è l'impianto di Sarroch in Sardegna, che è la raffineria più grande del Mediterraneo con una capacità di 300.000 barili al giorno.

La posizione geografica dell'impianto è particolarmente favorevole per servire il mercato mediterraneo.

La dichiarazione dei Moratti fa seguito all'annuncio di questo fine settimana da parte dell'Autorità di Vigilanza.

famiglia Della Valle

che ha dichiarato di volersi alleare con L Catterton per acquisire il gruppo italiano del lusso Tod's, pur mantenendo una partecipazione di controllo nell'azienda.

Saras e Tod's si uniranno ad una serie di aziende di spicco che hanno abbandonato la Borsa di Milano negli ultimi anni a causa di trasferimenti in altri mercati o di acquisizioni.

Per invertire la tendenza, il Parlamento italiano prevede di approvare nelle prossime settimane un pacchetto di misure per rendere più competitivi i mercati dei capitali del Paese.

Tuttavia, i rappresentanti dei fondi d'investimento e dell'industria finanziaria italiana hanno espresso la preoccupazione che alcune disposizioni del disegno di legge, che rafforzano l'influenza degli azionisti principali nelle società quotate in borsa, potrebbero

ritorcersi contro

e scoraggiare gli investimenti stranieri. (Servizio di Francesca Landini; Redazione di Hugh Lawson e Giles Elgood)