L'indice S&P/ASX 200 è sceso dello 0,5% a 7039,7 alle 0040 GMT. Il benchmark è salito dello 0,1% lunedì.
I mercati hanno valutato una serie di decisioni delle banche centrali, con la Federal Reserve statunitense che ha assunto un tono da falco, segnalando che i tassi di interesse potrebbero aumentare ulteriormente e che rimarranno più alti per un periodo più lungo di quanto gli investitori si aspettassero.
I minatori sono scesi dell'1% a causa della debolezza dei prezzi del minerale di ferro, in quanto i trader erano preoccupati per un consumo di acciaio più debole del previsto durante la stagione di punta dell'edilizia in Cina, il principale consumatore.
I colossi del minerale di ferro BHP e Rio Tinto sono scesi rispettivamente dell'1,3% e dello 0,4%.
I titoli dell'oro sono scesi di oltre l'1%, con il principale minatore d'oro del Paese, Newcrest Mining, in calo dell'1,3%.
I titoli tecnologici sono scivolati dell'1,7%, con il fornitore di servizi cloud Megaport che ha guidato le perdite nel sottoindice, con un calo di quasi il 4%.
I titoli energetici hanno registrato un calo dello 0,2%, mentre i prezzi del petrolio si sono assestati quasi a livello piatto durante la notte, dopo che la Russia ha allentato il suo divieto di rifornimento, tra le preoccupazioni che i tassi di interesse elevati possano frenare la domanda.
La major del settore Santos ha guidato le perdite nel sottoindice, scivolando dello 0,4%.
I titoli finanziari sono scesi dello 0,4%, con le "quattro grandi" banche in calo tra lo 0,3% e lo 0,9%.
Altrove, il sostegno al referendum per il riconoscimento costituzionale delle popolazioni indigene australiane è diminuito ulteriormente, con la proposta storica destinata a fallire in un voto nazionale a circa tre settimane di distanza, secondo un sondaggio Reuters.
In Nuova Zelanda, l'indice di riferimento S&P/NZX 50 ha perso lo 0,1% a 11.361,83.