BERNA (awp/ats) - Interprofession du Gruyère (IPG), che rappresenta il settore in Svizzera, ha deciso di ridurre per quest'anno la propria produzione del 10%. Ciò si spiega con il calo delle esportazioni e con le scorte troppo elevate.

"Le esportazioni sono diminuite del 10-15%", ha detto oggi il direttore di IPG Philippe Bardet a Keystone-ATS, confermando quanto pubblicato dal quotidiano friburghese La Liberté. "Il mercato in Germania regge bene, ma in Belgio il calo è del 40%, ossia di 400 tonnellate. E negli Stati Uniti la flessione è del 25%, pari a quasi 1000 tonnellate", ha aggiunto.

All'inizio dell'anno, IPG aveva già tagliato le quote del 3% e poi del 5% per far fronte alla situazione. La guerra in Ucraina e l'inflazione hanno ridotto le esportazioni. "Fortunatamente in Svizzera c'è stato un leggero aumento. Solo il Gruyère bio ha subito una flessione. Si vede che il consumatore è attento ai prezzi", ha sostenuto Bardet.

Per ridurre la produzione, i contadini dovranno sopprimere delle mucche o consegnare il latte all'industria. "Ciò potrebbe forse permettere nuovamente di avere una produzione di burro al 100% svizzero", ha detto Bardet. I membri di IPG sono stati informati della situazione l'altro ieri, in occasione dell'assemblea generale tenutasi a La Brévine (NE).