ROMA (MF-DJ)--Stretti tra inflazione alle stelle e rialzo dei tassi, i risparmiatori italiani hanno avuto nel corso dell'anno pochi rifugi dove proteggersi. Per il 2023, le due variabili continueranno a dettare la linea dei mercati, ma non mancheranno opportunità, dice a MF-Milano Finanza Cosmo Schinaia, country head Italia di Fidelity International, che spiega come cavalcarle.

Domanda. Cosa ha insegnato ai risparmiatori un anno complesso come il 2022?

Risposta. Il 2022 ha riportato sui mercati un fattore che non si vedeva da quasi un ventennio e al quale gli investitori, sia istituzionali che retail, non era più abituati: l'inflazione. Considerata inizialmente solo transitoria, come colpo di coda della pandemia, si è andata via via inasprendo, soprattutto nei Paesi sviluppati, spingendo le principali banche centrali a rendere il controllo dell'inflazione l'obiettivo principale delle politiche monetarie nel 2022, a discapito della, seppur lenta, ripresa economica che era in atto dopo due anni di crisi sanitaria a livello globale. Un'inflazione che in Europa si fa sentire ancora di più, aggravata dalla guerra che oltre ad avere un impatto in termini di sociali, ha colpito anche i prezzi dell'energia e delle materie prime.

D. Secondo lei i risparmiatori hanno avuto un atteggiamento diverso rispetto a crisi precedenti?

R. A fine ottobre i dati Abi registravano oltre 1.800 miliardi di euro presenti sui conti correnti degli italiani, un dato in continua crescita che conferma la tendenza degli italiani verso strumenti di deposito invece che verso strumenti di investimento che permettano loro di far lavorare il loro capitale. Del resto, viviamo una fase tutt' altro che semplice e, come spesso accade in questi casi, gli investitori tendono a rimanere fermi in attesa di capire cosa succederà. Ma questo non fa altro che esporre i risparmi alla certezza di perdere valore in termini reali vista l'inflazione record con la quale dovremo fare i conti ancora a lungo. È, anzi, proprio in momenti di grande incertezza, quando i cali sono generalizzati, che si possono aprire interessanti opportunità per gli investitori più accorti.

D. Come secondo lei va approcciato il 2023 in termini di costruzione di portafoglio?

R. In uno scenario di inflazione strutturalmente superiore rispetto al passato come quello che ci attende nei mesi a venire, riteniamo che l'azionario rappresenti oggi una copertura naturale nel lungo periodo a un'inflazione elevata. Se gli investitori desiderano un investimento che in prospettiva sia in grado di mettere al riparo dall'inflazione, in questa fase occorre aggiungere rischio in portafoglio e allungare l'orizzonte temporale e l'unico modo per farlo in modo efficiente è quello di affidarsi a strumenti liquidi, diversificati, gestiti attivamente e qui il risparmio gestito non ha alternative.

D. Quali formule usare per rientrare sui mercati?

R. Continuiamo a pensare che l'approccio più razionale per affrontare il mercato, soprattutto nelle fasi di difficoltà come quelle che stiamo vivendo, rimanga quello dell'investimento programmato. In tal senso, i piani di accumulo, o pac, possono essere uno strumento molto efficace in quanto si adattano a qualunque profilo di rischio, in base a quelle che sono le caratteristiche dell'investitore che lo sottoscrive e dell'obiettivo che si pone, rendono accessibile l'investimento anche a coloro che pensano di non disporre di somme elevate, riducono il cosiddetto market timing e permettono di gestire al meglio l'emotività legata a eventuali periodi di volatilità. Sempre parlando di investimento programmato vi sono, inoltre, strumenti che permettono di incrementare gradualmente il rischio in portafoglio partendo magari da un portafoglio iniziale investito in obbligazioni, che sono tornate oggi a offrire rendimenti, per poi spostarsi nel medio periodo su investimenti azionari che ci aspettiamo torneranno a offrire opportunità agli investitori.

D. Il rialzo dei tassi quali effetti avrà sull'industria dei fondi? Sentite la concorrenza di strumenti come conti di deposito e titoli di Stato?

R. Secondo i dati Assogestioni, nel terzo trimestre dell'anno la raccolta è tornata positiva dopo i deflussi registrati tra aprile e giugno. Un rialzo dei tassi che torna a rendere interessanti in termini di rendimento strumenti quali i titoli di stato e i depositi potrebbe costituire un vento contrario per l'industria del risparmio gestito, spingendo gli investitori verso strumenti più tradizionali. Ci troviamo ancora in un contesto di incertezza, e benché negli Stati Uniti si siano visti i primi timidi segnali di un calo dell'inflazione, questa rimane ancora elevata esponendo i risparmi a una perdita di valore e pensiamo che in questo scenario l'investimento azionario, approcciato in modo graduale attraverso un investimento programmato, rimanga la soluzione più efficace.

D. Voi avete lanciato anche i vostri Etf, cinque anni fa. Come muoversi nel 2023 tra gestione attiva e passiva?

R. La gestione attiva è e rimane il nostro principale punto di forza ma siamo fermamente convinti che la dicotomia attivo verso passivo sia ormai un tema che appartiene al passato. Il cuore della scelta di un prodotto è la coerenza dell'allocazione con gli obiettivi dell'investimento.

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0210:04 gen 2023


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January 02, 2023 04:05 ET (09:05 GMT)