MILANO (awp/ats/ans) - La riattivazione del Patto di stabilità e crescita significa che le regole fiscali dell'Unione europea resteranno un fattore importante per la determinazione delle politiche fiscali degli Stati membri ma è incerto se l'ultimo aggiornamento del Patto migliorerà la loro efficacia apportando una maggiore urgenza al consolidamento fiscale nei Paesi con alti deficit e alti debiti.

È l'opinione dell'agenzia di rating Fitch sul nuovo Patto di stabilità.

Fitch ricorda come "il livello complessivo di rispetto" del Patto fosse già "debole" prima della sua sospensione e non abbia portato "alla ricostituzione di riserve di bilancio sufficienti" a valle della crisi finanziaria globale e dei debiti dell'eurozona, pur avendo esercitato "una influenza generale" sulle scelte di politica fiscale "attraverso la pressione degli altri Paesi e la considerazione politica domestica, in combinazione con la minaccia di perdere la fiducia dei mercati".

"Non è chiaro se la proposta di riforma concordata il 20 dicembre 2023 migliorerà la conformità e, in ultima analisi, contribuirà a rafforzare i saldi primari dei Paesi dell'Ue, che insieme alla crescita economica sono i principali motori a medio termine della sostenibilità del debito pubblico", afferma ancora Fitch.