Lo ha detto l'inviato statunitense per il clima John Kerry ad alti funzionari cinesi.

La visita di tre giorni di Kerry in Cina, volta a rilanciare la cooperazione climatica tra i principali paesi che emettono gas serra del mondo, ha coinciso con un'ondata di eventi climatici estremi a livello globale, tra cui una cupola di calore negli Stati Uniti occidentali che domenica ha portato le temperature nella Death Valley in California a toccare i 53 gradi Celsius.

"La nostra speranza è che questo possa essere l'inizio di una nuova definizione di cooperazione e di capacità di risolvere le differenze tra noi", ha detto Kerry al diplomatico Wang Yi durante un incontro nella Grande Sala del Popolo, l'edificio legislativo cinese.

Rivolgendosi al premier Li Qiang, Kerry ha avvertito che la situazione potrebbe peggiorare quest'estate e ha citato dei rapporti secondo cui domenica una stazione meteorologica nella regione nordoccidentale cinese dello Xinjiang ha registrato una temperatura massima di 52,2 gradi Celsius.

"Le previsioni sono molto più serie di quanto non siano mai state", ha aggiunto Kerry dopo un'insolita interruzione di Li che ha dubitato della notizia sulla temperatura nello Xinjiang.

Li ha successivamente riconosciuto durante l'incontro le gravi conseguenze del cambiamento climatico che la Cina e altri Paesi devono affrontare, secondo quanto riferito da persone presenti in sala.

Tra le principali aree di conflitto tra le due parti vi sono la questione dei finanziamenti per il clima, il consumo di carbone della Cina e la riduzione del metano, un potente gas serra.

(Tradotto da Camilla Borri, editing Stefano Bernabei)