Intorno alle 12,20, i futures sul Brent salgono di 28 centesimi, o dello 0,31%, a 90,66 dollari al barile. I futures sul greggio statunitense West Texas Intermediate (Wti) sono in rialzo di 24 centesimi, pari allo 0,28%, a 86,67 dollari.

Ieri un nuovo round di colloqui sul cessate il fuoco tra Israele e Hamas al Cairo ha messo fine a un rally di diverse sedute, portando il Brent al primo calo in cinque giorni e il Wti al primo ribasso in sette, sulle prospettive di una svolta.

Tuttavia, ieri il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, con la dichiarazione che è stata fissata una data per l'invasione da parte di Israele dell'enclave di Rafah a Gaza, ha messo fine alle speranze che le tensioni nella regione potessero attenuarsi, ha detto in una nota l'analista di IG Tony Sycamore.

Il protrarsi del conflitto mantiene vivo il rischio che altri Paesi possano essere coinvolti, in particolare l'Iran, uno dei principali sostenitori di Hamas e terzo produttore dell'Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (Opec).

Ad aggravare i timori di un mercato ristretto, la compagnia petrolifera statale messicana Pemex ha detto che ridurrà le esportazioni di greggio di 330.000 barili al giorno per poter rifornire maggiormente le raffinerie nazionali, tagliando di un terzo l'offerta disponibile per gli acquirenti statunitensi, europei e asiatici della compagnia.

Pemex aveva già tagliato le esportazioni di aprile di 436.000 barili al giorno.

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Francesca Piscioneri)