MILANO (Reuters) -UniCredit sta per completare un esame urgente delle proprie attività in Russia e potrebbe decidere di ritirarsi dal Paese dopo l'invasione dell'Ucraina, ma deve tenere conto delle esigenze dei 4.000 dipendenti locali e delle 1.250 aziende europee clienti parimenti impegnate in una exit strategy.

Lo ha detto l'AD Andrea Orcel, durante un intervento alla Morgan Stanley European Financials Conference a Londra.

Insieme alla francese Societe Generale e all'austriaca Raiffeisen, UniCredit è tra le banche europee più esposte in Russia dove gestisce la quattordicesima maggiore banca del paese.

La forte presenza locale e la significativa esposizione cross-border porterebbe, nello scenario peggiore in cui le attività di UniCredit legate alla Russia venissero completamente azzerate, ad una perdita di 7,4 miliardi di euro, secondo quanto affermato la scorsa settimana dalla banca stessa.

"Stiamo completando una review urgente del paese, e stiamo considerando l'uscita" ha detto Orcel.

L'ex banchiere di Ubs ha rimarcato che comunque un'uscita dal paese e' una decisione estremamente complessa che potrebbe richiedere tempo.

"Sarebbe facile per me dire che stiamo uscendo dalla Russia. Sarebbe ciò che vogliamo tutti e quello che chiedono le nostre menti ed i nostri corpi [...] ma dobbiamo considerare seriamente l'impatto [...] di una banca che esce del tutto dal paese".

UniCredit Russia ha circa 8 miliardi di prestiti, finanziati localmente da depositi.

La perdita derivante dalla cessazione dell'attività sarebbe al massimo di 1,9 miliardi di euro, pari all'equity al netto di hedge. L'esposizione cross-border e quella dei derivati aggiungono al conto ulteriori 5,5 miliardi di euro.

Orcel ha detto che smantellare l'esposizione cross-border e quella in derivati è una questione di "svolgimento e compensazione" e di valutare che porzione del portafoglio crediti va in scadenza e quanto si recupererebbe, con clienti come Gazprom che al momento pagano con regolarità.

Diversamente, la decisione sulle attività locali ha ripercussioni più ampie e va ponderata.

Ha in particolare "un impatto su clienti e persone e può essere molto rapida se troverò una soluzione più lenta se dovrò andare in un'altra direzione, che è quanto stiamo valutando", ha detto Orcel.

RISCHIO STAGFLAZIONE

Anche la concorrente Intesa Sanpaolo sta riesaminando la propria presenza in Russia, dove ha finanziato grandi progetti ma non ha attività sul retail. Goldman Sachs e JPMorgan Chase stanno entrambe liberadosi delle attività russe, così come Deutsche Bank.

Meno di tre mesi fa, Orcel aveva valutato un deal che avrebbe visto UniCredit Russia confluire nella rivale Otkritie in cambio di una quota di controllo per la banca di Piazza Gae Auelnti, ritirandosi poi a causa dei rischi politici.

Orcel ha detto che tra i circa 1.500 clienti corporate di UniCredit in Russia, circa 1.250 sono aziende europee che hanno bisogno di supporto.

"Si aspettano di essere aiutati da noi nell'uscita", ha detto Orcel.

Il Ceo di UniCredit ha anche detto che l'ambiente economico è cambiato a causa della guerra da quando aveva presentato una nuova strategia a dicembre. UniCredit assume ora che ci sarà una stagflazione , con l'economia che va rallentando mentre crescono i prezzi.

"Ci sarà uno shock", ha detto Orcel.

Il Ceo di UniCredit ha ribadito di credere che l'istituto potrà raggiungere nell'arco del piano i target di distribuzione del capitale fissati a dicembre, anche se ciò dipenderà dal più ampio contesto economico.

Il gruppo ha confermato che distribuirà dividendi anche nel peggior scenario possibile di azzeramento dell'esposizione verso la Russia, fissando al 13% la soglia di CET1 che rende possibile tenere fede anche alla proposta di buyback fino a 2,6 miliardi.

"Grosso modo se riuscissimo a recuperare circa il 40% o 50% della nostra esposizione in Russia potremmo portare a casa il buyback".

Orcel ha anche segnalato che la crisi ha alzato ulteriormente la barra per futuri accordi di M&A, dato che UniCredit ora dovrà usare parte del proprio capitale in eccesso per far fronte allo shock esogeno.

(Valentinza Za, tradotto da Enrico Sciacovelli e Luca Fratangelo, editing Francesca Piscioneri)