ROMA (MF-DJ)--"Quello appena concluso, con 1,38 milioni di auto immatricolate, è il secondo anno peggiore degli ultimi 30, dopo il record negativo di 1,3 milioni nel 2013, e ben al di sotto della media di 1,9 milioni di immatricolazioni dei 4 anni precedenti".

Lo afferma Michele Crisci, presidente dell'Unrae, aggiungendo che "il settore ha perso 10 miliardi di euro di fatturato rispetto al 2019 e le casse dello Stato 1,8 miliardi di euro di gettito Iva. Si spera in una ripresa nel 2021 quando, salvo ulteriori restrizioni per Covid e col beneficio degli incentivi, si prevede un rialzo del 12,2% a 1,55 milioni di unità, ancora fortemente in calo rispetto al 2019. Un livello di immatricolazioni largamente insufficiente rispetto ad un anno medio che mette ancora in serio rischio la sopravvivenza di aziende e occupazione".

Dal Book 2020 dell'Unrae emerge che in Italia circolano oltre 38,5 milioni di vetture, ma circa il 30% appartiene alla categoria da Euro 0 a 3 e ha più di 15 anni di anzianità, e se si aggiungono i 10,4 milioni di Euro 4 la percentuale complessiva di auto obsolete e inquinanti sale al 56,4% del totale. Mentre aumentano le immatricolazioni di auto "alla spina", salite nel 2020 al 4,3% del mercato, continuano a mancare le infrastrutture di ricarica: con 2,7 colonnine ogni 100 km, contro 4,7 della media europea, l'Italia è al 14* posto nel ranking del continente.

Tra i dati significativi si segnala la costante crescita del noleggio di auto a lungo termine, modalità utilizzata soprattutto dalle aziende, che ha raggiunto nel 2020 una quota di mercato del 15,2%. Nonostante il trend positivo del noleggio, il settore della auto aziendali in Italia

presenta immatricolazioni contenute rispetto ai maggiori Paesi europei (36% di quota contro il 62,9% della Germania, 54,2% del Regno Unito, 53,1% della Francia e 49,8% della Spagna). Il motivo, spiega l'Unrae, è il trattamento fiscale penalizzante, che riserva alle auto del canale

business in Italia una quota ammortizzabile del 20% e una detraibilità Iva del 40%, contro il 100% degli altri Paesi.

Tra le curiosità del mercato si rileva, nella caduta generale di tutte le carrozzerie, il continuo avvicinamento dei crossover al vertice delle preferenze (36,1%), dove ancora ci sono le classiche berline (46,1%) nonostante il trend in discesa degli ultimi anni.

La crisi ha colpito anche i carburanti: nel 2020 il consumo di diesel è sceso del 16,6% e il benzina del 21,2%, con un parallelo calo delle percorrenze medie. Infine, il 2020 segna una pesante contrazione anche per le autovetture usate che, con 4,67 milioni di passaggi di proprietà, perdono il 16,6%; l'anzianità media delle auto trasferite tocca un nuovo record dal 2013, arrivando a 9,4 anni.

com/rov

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February 26, 2021 13:00 ET (18:00 GMT)