ROMA (MF-DJ)--Potrebbe esserci un barlume di speranza per le centinaia di risparmiatori della Banca Nazionale Sammarinese (ex Banca Cis) di rivedere prima dei tempi previsti gli importi a cui non hanno avuto più accesso dal 2019. Si parla di circa 200 milioni di euro. In seguito alle rivelazioni riportate da MF-Milano Finanza nel numero del 4 febbraio (in edicola fino a venerdì 10), da San Marino ha deciso di farsi avanti direttamente il Segretario di Stato per le Finanze e il Bilancio, Marco Gatti, per spiegare tempi e modalità con cui si sta lavorando per recuperare gli attivi di Banca Nazionale Sammarinese (adesso denominata Società di Gestione degli Attivi - Sga ex Bns).

L'obiettivo, assicura Gatti, è quello di «recuperare gli attivi quanto prima così da provare a venire incontro a tutti i risparmiatori in maniera prioritaria». In seguito alla liquidazione dell'ex Banca Cis, divenuta Bns nel 2019, lo Stato aveva stabilito due strade di tutela dei risparmiatori: chi possedeva importi inferiori ai 100mila euro è stato rimborsato subito; gli altri sono stati suddivisi in tre classi (risparmi da 100 a 300 mila euro; da 300 mila euro a 1 milione; sopra 1 milione). Per questi lo Stato aveva deciso di convertire le somme in obbligazioni di Bns con tre scadenze diverse (2022-2024-2026). A ridosso della prima scadenza, le masse attive realizzate erano pari a zero per cui la Bns è entrata in risoluzione prevedendo l'intervento dello Stato, il quale ha convertito i bond Bns in titoli di Stato di San Marino allungando contemporaneamente le scadenze: dal 2022 al 2032; dal 2024 al 2037; dal 2026 al 2042. Su questo punto, il Segretario Gatti ha voluto precisare che «quando nel 2022 si era arrivati a ridosso della scadenza della prima tranche di bond, accorti che in Bns non c'era liquidità, si è deciso di dotare, con intervento dello Stato, Bns (che intanto è diventata Sga, ndr) di ulteriori masse attive, arrivando all'emissione di titolo di debito pubblico che abbiamo destinato interamente all'attivo di Bns». In sostanza, lo Stato ha ripatrimonializzato la Sga (ex Bns) con questi ulteriori titoli. La scelta non è stata presa a cuor leggero, ma non per questo è stata meno penalizzante per i clienti che avevano affidato alla banca i loro risparmi. Anche per questo motivo il Segretario Gatti ha voluto far sapere di star attuando «delle politiche per provare ad anticipare il pagamento di queste obbligazioni, partendo dalle situazioni che potrebbero avere maggiori criticità».

Le tre classi sono composte da persone fisiche (raccolte prevalentemente nelle prime due) e da istituzionali (nella terza). Nella prima classe sono racchiusi 53,77 milioni, nella seconda 55,024 milioni e nella terza 86,777 milioni. Il piano prevede il recupero degli attivi tramite la cessione del patrimonio immobiliare (con cui ricavare tra 10-15 milioni), la cessione delle partecipazioni (circa 18 milioni) e la cartolarizzazione di un pacchetto di npl (tra prestiti a imprese, privati e immobiliari) con un valore netto di 279 milioni (145 milioni di impieghi e 134 milioni di crediti verso clientela). La cartolarizzazione dovrebbe concretizzarsi nella seconda parte del 2023, mentre per immobili e partecipazioni ci sono già trattive con alcuni soggetti.

L'idea, sottolinea Gatti, è che «la Sga al procedere degli incassi derivanti dalle cessioni e dal recupero dei crediti possa iniziare a ricomprare i titoli dai risparmiatori». Si partirebbe con le scadenze a 10 anni (classe 100-300 mila euro) per le persone fisiche riacquistando i titoli a valore nominale: «vorremmo provare a ripagare la prima classe e le persone fisiche e stiamo lavorando per riuscirci già nel primo semestre». L'ipotesi, conclude Gatti, «sarebbe di rimborsare inizialmente fino a 50mila euro e poi arrivare la massimo nel giro di 1-2 anni al rimborso totale della prima classe». Adesso non resta che far seguire, alle promesse e ai piani, i fatti.

pev


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February 08, 2023 03:35 ET (08:35 GMT)