Lo hanno riferito quattro fonti a Reuters.

La Bce si è impegnata a mantenere "condizioni di finanziamento favorevoli" per aiutare il blocco a riprendersi dallo shock economico della pandemia, ma non ha chiarito come tali condizioni vengano misurate.

La questione è cruciale in quanto determina quanti bond la Bce acquisterà nell'ambito del suo programma per far fronte alla pandemia, cosa che è divenuta oggetto di diverse speculazioni di mercato dopo che la banca ha detto ieri che non avrà bisogno di esaurire i 1.000 miliardi di euro residui a sua disposizione.

I responsabili della politica monetaria della banca centrale terranno un seminario durante la riunione politica del 10-11 marzo e discuteranno quali indicatori dovrebbero essere inclusi, se dovranno essere esaminati individualmente o raggruppati in un indice e se e come questo dovrà essere comunicato, hanno detto le fonti.

Una fonte ha riferito che non tutti i responsabili di politica monetaria sono convinti della necessità di un indice in quanto questo vincolerebbe le loro azioni impedendo loro di concentrarsi sulle tensioni che potrebbero sorgere in determinate aree dell'economia.

Inoltre, l'idea di rendere pubblica tale informazione spaventa molti alla luce della storia recente, hanno aggiunto alcune delle fonti.

Lo stesso ex presidente Mario Draghi ha creato una situazione difficile eleggendo una certa misura di mercato dell'aspettativa di inflazione a lungo termine come la preferita della Bce, causando l'ossessione degli operatori di mercato e alla fine riducendone il valore informativo.

Un portavoce della Bce non ha rilasciato dichiarazioni al riguardo.

La presidente Christine Lagarde ha sollevato più dubbi che dato risposte ieri quando ha detto che la Bce non stava solo guardando il mercato obbligazionario, ma piuttosto stava effettuando una "valutazione olistica" di "indicatori multipli" senza dare ulteriori ragguagli.

Lagarde stava cercando di respingere i commenti secondo cui la Bce starebbe attivamente limitando i rendimenti dei bond o gli spread, ma non ha potuto essere più specifica poiché i responsabili di politica monetaria non sono giunti a una conclusione dopo lunghe discussioni alla riunione del 20-21 gennaio, hanno detto le fonti.

I responsabili dei tassi non erano tutti d'accordo nemmeno sul fatto che l'economia della zona euro stesse ancora affrontando prevalentemente "rischi al ribasso", ma quelli che avevano una visione più ottimista erano in minoranza, dicono le fonti.

 

((Tradotto da Redazione Danzica, in redazione a Milano Gianluca Semeraro, alice.schillaci@thomsonreuters.com, +48587696614))