Dopo alcuni segnali di distensione registrati ieri, il quadro sulla crisi in Ucraina rimane sempre incerto tra le contrastanti dichiarazioni sul ritiro delle truppe russe dalle posizioni vicine al confine dell'ex paese sovietico.

Nonostante la Russia continui a sostenere di avere parzialmente ritirato le proprie truppe, Stati Uniti e Nato sostengono invece che Mosca stia ulteriormente ammassando i propri militari, così come il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto di non aver ancora visto segnali di un rientro.

Intanto, in attesa di concreti sviluppi sul fronte geopolitico, il mercato rivolge l'attenzione anche al quadro macro e alle prossime mosse delle banche centrali.

In particolare, gli ultimi dati macro sulle vendite al dettaglio Usa sopra le attese offrono nuovi spunti alla Fed per perseguire la propria politica monetaria restrittiva, favorendo l'avvio in calo di Wall Street dopo il balzo di ieri.

I riflettori degli investitori sono puntati sui resoconti dell'ultimo meeting della Fed dello scorso 25 e 26 gennaio - attesi in serata - in cerca di nuovi segnali sull'entità di un primo rialzo dei tassi.

Intorno alle 17 il FTSE Mib perde lo 0,17%. Volumi pari a circa 1,9 miliardi di euro.

Tra i titoli in evidenza:

Con il greggio che riprende con forza terreno sulle continue tensioni in Ucraina, salgono i petroliferi. ENI guadagna lo 0,7% circa, mentre Saipem sale dell'1,9% spinta anche dall'ottimismo degli investitori sul nuovo piano industriale in corso di preparazione da parte del nuovo management e che, insieme alla manovra finanziaria, dovrebbe imprimere una svolta al gruppo.Secondo due fonti a conoscenza della situazione, inoltre, Saipem assumerà un approccio più cauto nei confronti delle nuove attività green, dopo che i ritardi nel progetto di una centrale eolica hanno portato l'azienda a lanciare un profit warning.

Seduta sugli scudi anche per Prysmian in testa al FTSE Mib con un rialzo di oltre il 3%, beneficiando dei risultati e dell'outlook positivi annunciati stamani dal gruppo francese dei cavi Nexans.

Tra i finanziari Generali sale dell'1,6% dopo che il presidente Gabriele Galateri di Genola ha annunciato in una lettera al Cda che non si ricandiderà alla fine del suo mandato, che scade in aprile, quando il board sarà rinnovato. "La notizia suggerisce che qualcosa bolle in pentola sulla governance, anche se credo che la questione Del Vecchio-Caltagirone sia la classica montagna che partorisce il topolino", commenta un trader

Tra bancari Banco Bpm cede il 2% circa in linea con il settore dopo gli ultimi rialzi spinti dalle indiscrezioni su una possibile offerta da parte di UNICREDIT (-1,6%). Gli analisti continuano a credere alla possibilità di un merger tra i due istituti, ma le attese di un deal imminente sembrano svanire anche alla luce del recente apprezzamento del titolo Banco Bpm.

Realizzi anche su Bper in flessione dello 0,9% dopo gli ultimi guadagni in scia all'operazione di acquisizione di Banca Carige (-0,2%).

Mps perde oltre il 4% dopo che l'istituto senese ha detto ieri sera che le indiscrezioni sulla necessità di un aumento di capitale da 3,5 miliardi di euro "non trovano alcun fondamento in iniziative avviate dalla banca".

Cattolica balza di quasi il 5% in vista dei concambi che verranno definiti nella fusione con Generali, dallo scorso novembre azionista di controllo dopo l'Opa.

(Andrea Mandalà, editing Sabina Suzzi)