MILANO (MF-DJ)--Le previsioni per il I trimestre 2022 su produzione, ordini, export e occupazione, pur ancora positive, si assestano su un livello di maggiore prudenza. Rallenta ulteriormente il ricorso agli ammortizzatori sociali, che interessa ora il 12,8% delle imprese.

In particolare, secondo le previsioni di Confindustria Piemonte per il primo trimestre 2022, il saldo sulla produzione totale passa da +20,8% a +14,1% e quello sugli ordinativi totali da +20,8% a +12,9%. Le attese sull'export passano da +12,3% a +3,8%. Positive le previsioni sull'occupazione, il cui saldo passa da +12,6% a +13,4%.

Pur in un contesto di ripresa, si conferma la correlazione tra produzione e propensione alle esportazioni: tutte le imprese, di ogni dimensione, presentano saldi positivi tra ottimisti e pessimisti, ma quelle che non commerciano con l'estero sono un po' più prudenti. Le piccolissime esportatrici, che vendono all'estero meno del 10% del fatturato, registrano un saldo ottimisti pessimisti del +12,3%, le piccole che esportano dal 10 al 30% del fatturato totalizzano +12,1%. Per le medie esportatrici, che esportano tra il 30 e il 60% del fatturato il saldo è +14,2%, mentre per le grandi (oltre 60% del fatturato) il saldo è +18,8%.

Resta ampio il divario tra la performance delle imprese con oltre 50 addetti e quelle più piccole, con saldi rispettivamente pari a +20,4% (era +29,0% a settembre) e +10,9% (era +16,6%).

Si attenua il ricorso alla CIG, per la quale fa richiesta il 12,8% delle aziende (dal 13,9% della scorsa rilevazione, a settembre). Il 32,0% delle rispondenti ha programmi di investimento di un certo impegno (erano il 30,5% a settembre). Recupera il tasso di utilizzo della capacità produttiva, che passa dal 76,1% al 77,6%.

A livello settoriale la metalmeccanica registra un assestamento delle attese, che restano comunque superiori alla media del manifatturiero (il saldo tra ottimisti e pessimisti è del 15,4%); in dettaglio, i prodotti in metallo registrano un saldo del 12,9%, il comparto dei macchinari e apparecchi del 22,5%, l'industria elettrica del 26,3% e la metallurgia (+13,2%). Più caute le aziende dell'automotive, pur con un saldo positivo (+4,0%).

Scendono a 9,9% le aziende con ordini per meno di un mese, al 31,6% quelle con ordinativi per un periodo di 1-3 mesi, salgono al 25,0% quelle che hanno visibilità per 3-6 mesi, e al 33,4% quelle con visibilità oltre i 6 mesi. Migliorano i tempi di pagamento. La media è di 65 giorni: il ritardo sale a 85 per la Pubblica Amministrazione, con cui ha rapporti di fornitura circa il 45% delle aziende del campione. In calo le imprese che segnalano ritardi negli incassi (20,8%).

A livello settoriale, recupera il settore del commercio e turismo (il saldo passa da 0,0% a +8,2%), restano positivi servizi alle imprese e ICT (rispettivamente +26,8% e 30,6%); buon andamento per utility (+35%), si assestano i trasporti (+10,0%) e altri servizi (+13,5%).

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