NEUCHÂTEL (awp/ats) - Il tasso di disoccupazione secondo la definizione dell'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) si è attestato al 4,3% in Svizzera nel primo trimestre 2024, in progressione di 0,3 punti rispetto al periodo ottobre-dicembre, ma in calo di 0,1 punti su base annua.

Il dato emerge dalla rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS) tracciata dall'Ufficio federale di statistica (UST) e pubblicata oggi, che mette anche in luce i mutamenti a livello di occupazione complessiva: nel trimestre in esame lavoravano 5,3 milioni di persone, con una flessione dell'1,0% rispetto ai tre mesi prima e un incremento dell'1,4% nel paragone con gli stessi mesi del 2023. A salire fortemente è ancora una volta soprattutto la manodopera straniera (+3,4% a 1,8 milioni), mentre la progressione di quella svizzera è limitata (+0,4% a 3,5 milioni).

Ci sono comunque sempre anche tanti disoccupati: il loro numero era di 216'000 (+7,4% trimestrale, -0,2% annuo). Come noto per disoccupato ai sensi dell'ILO si intende una persona che non ha un impiego, che lo ha cercato nelle quattro settimane precedenti ed è disponibile a lavorare: tutto questo viene determinato tramite sondaggi.

A titolo di confronto, la disoccupazione calcolata mensilmente dalla Segreteria di Stato dell'economia (che si basa invece esclusivamente sugli iscritti agli uffici regionali di collocamento) si è attestata al 2,5% in gennaio, al 2,4% in febbraio e pure al 2,4% in marzo. Il numero dei senza lavoro secondo la Seco è arrivato nel terzo mese dell'anno a quota 108'593 persone.

Il tasso ILO ha il vantaggio di permettere di avanzare confronti internazionali: il tasso elvetico risulta così più basso di quello di Ue (6,3%), Eurozona (6,8%), Francia (7,4%) o Italia (pure 7,4%), ma superiore a quello di diversi paesi, fra i quali possono essere citati ad esempio Ungheria (4,2%), Germania (3,0%), Polonia (2,7%) o Cechia (pure 2,7%).

Interessante è anche guardare alla disoccupazione giovanile (15-24 anni): con gli occhiali della Seco il tasso in marzo era 2,1%, mentre l'ILO lo vede (nel primo trimestre) al 7,8%. Anche in questo caso il dato elvetico supera quello di altre nazioni, a cominciare dalla Germania, che è al 5,6%.

Rimanendo nel paese di Guglielmo Tell e continuando a puntare i riflettori sulle fasce d'età, va rilevato che il tasso ILO dei lavoratori disoccupati anziani (50-64 anni), pari al 3,3%, è minore della media, mentre quello della fascia di mezzo (25-49 anni), con il 4,3%, è perfettamente in linea con il dato complessivo.

Può essere inoltre aggiunto che la disoccupazione ILO interessa nella Confederazione più gli stranieri (7,6%) che gli svizzeri (2,9%), nonché più le donne (4,4%) che gli uomini (4,1%). Fondamentale risulta essere anche il livello di istruzione: chi non dispone di una formazione post-obbligatoria (7,8%) risulta più a rischio di chi può contare su una formazione di grado secondario (3,9%) o terziario (3,3%).

Sempre nel primo trimestre il numero di persone disoccupate di lunga durata (cioè da un anno o più) ai sensi dell'ILO si attestava a quota 72'000, un numero invariato rispetto allo stesso periodo del 2023. La quota dei disoccupati di lunga durata rispetto al totale dei senza lavoro è rimasta sostanzialmente stabile, passando dal 33,5% al 33,4%. La durata mediana di disoccupazione si è abbreviata, scendendo da 175 a 161 giorni.