MILANO (MF-DK)--Il fenomeno di tensione dei prezzi che sta interessando
in modo omogeneo, a livello nazionale ed internazionale, tutti i diversi
ambiti della filiera produttiva e logistica alimentare, sta avendo un
impatto importante anche sul comparto delle conserve ittiche.
L'innalzamento complessivo dei costi di produzione non potrà essere
metabolizzato dalle sole Industrie.
Ancit (Associazione Conservieri Ittici e delle Tonnare) esprime forte
preoccupazione per i rilevanti rincari registrati che si traducono in
sensibili incrementi dei costi per le imprese, interessando i processi
produttivi, la logistica e le attività di commercializzazione.
Gli effetti del caro prezzi, spiega una nota, ruotano sostanzialmente su
tre ambiti:
- materiali ausiliari: l'aumento di costo di imballi primari e
secondari (banda stagnata, carta, cartone, vetro) è molto consistente. Nel
periodo settembre 2020/ 2021 per la carta e cartone si parla di +15% per
il cartoncino e +35% per il cartone ondulato, con proiezioni di crescita
di un ulteriore + 15% per il cartoncino e +35% per il cartone ondulato, ma
è soprattutto la banda stagnata che fa registrare gli incrementi maggiori
del +80%. Inoltre, il prezzo dell'alluminio in lingotto è aumentato del
77% da settembre 2020 al settembre 2021. Anche le previsioni non sono
confortanti: si attendono ancora nei prossimi mesi incrementi
significativi.
- la logistica: il trasporto marittimo continua a rappresentare la
principale modalità di trasporto della materia prima, il tonno. A partire
dalla fine del 2019 si è cominciato a registrare un incremento dei noli
marittimi dei container, divenuto esponenziale a partire dal 2020 e, di
fatto, insostenibile per molte imprese dell'utenza. Secondo il Drewry's
World Container index, a ottobre 2021 il costo medio per un nolo per un
container da 40 piedi è incrementato del 289% rispetto allo stesso periodo
nel 2020 (fino a 20.000 dollari per spedire un container di 40 piedi da
Shanghai a Rotterdam) .
- elettricità: il prezzo dell'energia elettrica è aumentato di oltre
l'80% rispetto a gennaio di quest'anno e quello del gas naturale, da cui
dipende il prezzo dell'energia elettrica, di oltre il 100%, con
conseguenze sull'utilizzo di celle frigorifere e processi di
sterilizzazione.
Malgrado gli sforzi profusi ormai da alcuni mesi, l'Industria
conserviera ittica non può più affrontare da sola la situazione.
"Il contesto generale, rispetto al 2019 è cambiato radicalmente e le
ulteriori tensioni sui prezzi registrate negli ultimi mesi ci obbligano a
prenderne atto. Quella a cui stiamo assistendo - commenta Simone Legnani,
presidente Ancit - è una tempesta perfetta, una situazione totalmente
atipica e non paragonabile al passato. Oggi ci troviamo di fronte ad un
aumento dei costi che riguarda tutti i passaggi della filiera, con ritmi
incessanti, tali da non rendere più la situazione controllabile e
pianificabile da industria e fornitori. I prezzi vengono infatti
ridefiniti mese per mese e quindi non si riesce ad effettuare una
pianificazione. Quanto sopra riportato sta già portando effetti negativi
sulla struttura dei costi diretti e indiretti per le nostre Imprese con
possibile aggravamento della situazione nei prossimi mesi. Il rischio per
il settore delle conserve ittiche è quello di non riuscire a metabolizzare
i costi di produzione, diventati ormai troppo elevati. Quello che
succederà dipende da tutta una serie di variabili che non riguarda solo
l'industria ma anche il settore della distribuzione, le Istituzioni e la
politica".
com/fus
marco.fusi@mfdowjones.it
(END) Dow Jones Newswires
November 11, 2021 10:54 ET (15:54 GMT)