MILANO (MF-DJ)--Guerra, sanzioni, Europa, rapporti con la Cina, transizione energetica. Paolo Gentiloni, commissario dell'Economia della Commissione europea, ha tracciato le linee guida dei prossimi mesi in un'intervista alla Cnbc a margine del World Economic Forum di Davos.

Domanda. Partiamo con la Cina. George Soros dice che un'economia ancora così chiusa fa paura. L'Europa rischia di subire un colpo duro, se proseguono queste politiche che ci distanziano da loro e se continua a tenere isolati certi settori?

Risposta. Un'economia aperta come la nostra ha bisogno del commercio e il rallentamento di Pechino ha già impattato e portato delle conseguenze. Per quanto riguarda le prospettive future bisogna vedere come evolverà il settore immobiliare in Cina, che già di per sé è una preoccupazione.

D. La crisi energetica ha colpito diversi Paesi. Un'eventuale guerra commerciale con Pechino sarebbe un altro shock interno che sicuramente farà più male alla Germania rispetto ad altri Paesi in Europa. È uno scenario possibile?

R. Certamente l'energia ha un impatto sui Paesi dell'Est, sulla Germania e sull'Italia. Il commercio con la Cina sicuramente sta impattando la Germania in primis, ma tutti in generale. Dove stiamo andando? Di certo è necessario avere una globalizzazione più sana. Bisogna accorciare la catena dell'offerta di fornitura e garantirne la sicurezza. Questo non significa autarchia oppure una chiusura delle nostre economie. Dichiarare la fine della globalizzazione non sarebbe una mossa intelligente dal punto di vista economico. Per l'Europa almeno.

D. In Europa si parla di unità. Ma in Europa ci sono, per esempio, anche l'Ungheria e il suo presidente Orban che non sono così allineati al pensiero comune.

R. A noi ha colpito in modo molto positivo la capacità dell'Europa di reagire in maniera unita a queste crisi. Ora, vogliamo trovare un accordo con un pacchetto di sanzioni al Consiglio che ci sarà alla fine di quest'anno. La Ue è un player che sostiene i diritti delle persone in tutto il mondo e non ci sono eccezioni, certamente non all'interno dell'Europa. E questo è un tema di cui dobbiamo parlare con l'Ungheria.

D. Tra pandemia prima e conflitto poi le regole europee sulla stabilità si sono necessariamente allentate. In Svezia, e in generale nei Paesi del nord, sono preoccupati di un debito che riparte, crisi dopo crisi, e che possa poi pesare sull'Europa, soprattutto in un clima di alta inflazione.

R. Capisco il loro punto di vista. Volevamo essere leader nella transizione energetica e sul tema del clima, adesso abbiamo l'opportunità e il bisogno di essere indipendenti dal punto di vista dell'energia. Su questo fronte paradossalmente i problemi si possono trasformare in opportunità storiche, coinvolgendo investimenti privati oltre al sostegno pubblico.

D. Regole fiscali in Europa. Sono emerse perplessità per quanto riguarda l'emissione di debito per sostenere l'Ucraina.

R. Le procedure fiscali per il 2023 sono state già accordate e Christian Lindner ha stressato il tema di presentarle in un certo modo. Capisco la preoccupazione generalizzata, ma il bisogno di sostenere l'Ucraina nella sua ricostruzione è e sarà un'esigenza storica.

red

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2709:05 mag 2022


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May 27, 2022 03:06 ET (07:06 GMT)