Poco dopo le 15 italiane, la moneta unica segna un progresso dello 0,2% su dollaro vicino ai massimi da una settimana.

"L'importante per il mercato valutario è capire se possa diminuire la probabilità di una crisi energetica, che sarebbe evidentemente inflazionistica e rilevante per il tasso di cambi per molte ragioni," commentano gli analisti di Commerzbank.

I nuovi 'dot plot' della banca centrale Usa indicano che Federal Reserve è pronta a intensificare la lotta all'inflazione e proietta il riferimento sui Fed fund tra 1,75% e 2% entro la fine dell'anno.

Sempre poco dopo le 15, l'indice che misura la forza del biglietto verde contro un basket dei sei principali peer cede lo 0,2% circa dopo aver toccato il minimo da una settimana.

"La curva 'forward' Usa aveva già prezzato una stretta monetaria prima del Fomc, questo potrebbe contenere lo spazio di rialzo del dollaro," aggiungono.

Lo yen giapponese è poco mosso ma a breve distanza dal minimo da febbraio 2016, toccato ieri a 119,12, mentre la Banca del Giappone (BoJ) ha escluso un inasprimento della politica monetaria.

È improbabile che il Giappone veda l'inflazione raggiungere l'obiettivo del 2%, anche tenendo conto dell'aumento dei costi energetici, ha detto il governatore di BoJ Haruhiko Kuroda, sostenendo la necessità di mantenere l'attuale politica monetaria ultra-easy nella riunione prevista per domani.

La sterlina si è indebolita contro l'euro e il dollaro, intanto, dopo che la Banca d'Inghilterra ha aumentato i tassi d'interesse come atteso, ma ha ammorbidito il suo linguaggio sulla necessità di ulteriori aumenti.

I mercati monetari valutano al momento meno di 120 punti base di incremento dei tassi entro la fine dell'anno.

Il rublo russo perde il 16% a 105,18 contro dlr dopo aver toccato il massimo dal 24 febbraio a 88,5 ieri.

(versione italiana Valentina Consiglio, editing Stefano Bernabei)