I dati di ieri hanno mostrato che il numero di americani che hanno presentato nuove richieste di sussidi di disoccupazione è calato inaspettatamente la scorsa settimana e che a gennaio i prezzi alla produzione sono aumentati ai massimi degli ultimi sette mesi.

Il presidente della Fed di St Louis, James Bullard, ha detto ieri di essere favorevole a ulteriori aumenti dei tassi, che porterebbero i costi di finanziamento a circa il 5,25%-5,5%.

Il target della Fed è attualmente compreso in un range tra il 4,5% e il 4,75%, dopo essere passato dallo 0% allo 0,25% a marzo 2022.

Secondo gli analisti, i dati e il tono duro di Bullard hanno favorito il dollaro, facendo scendere l'euro ai minimi dal 6 gennaio, a 1,063 dollari. L'ultima flessione è stata dello 0,35% a 1,064 dollari.

L'indice del dollaro statunitense è salito a 104,24 all'inizio della seduta, ai massimi da inizio gennaio. L'ultimo rialzo è stato dello 0,12% a 103,93 e si è avviato verso la terza settimana consecutiva di rialzi.

Contro lo yen giapponese, il dollaro è salito dello 0,68% a 134,85, il massimo da metà dicembre. Il dollaro si è attestato su un guadagno settimanale di circa il 2,5%, il più alto da giugno.

La sterlina è scesa dello 0,53% a 1,192 dollari, il minimo dal 6 gennaio. Questo nonostante i consumatori britannici abbiano inaspettatamente aumentato gli acquisti a gennaio.

Anche il franco svizzero è stato coinvolto nell'impennata del dollaro. Il dollaro è salito dello 0,64% a 0,931 franchi, il livello più alto da metà gennaio.

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Stefano Bernabei)