Conosciute come due diligence di sostenibilità aziendale, le regole sono state proposte dalla Commissione Europea all'inizio di quest'anno e verrebbero applicate a circa 13.000 grandi aziende, richiedendo loro non solo di identificare gli impatti, ma anche di adottare misure per mitigarli o eliminarli.

Fa parte di un pacchetto di misure di 'green deal' dell'UE che include requisiti separati di divulgazione della sostenibilità per le aziende, il settore finanziario e i gestori patrimoniali.

"Si tratta di un compromesso molto fragile, ma crediamo di essere riusciti a trovare il giusto equilibrio", ha dichiarato Jozef Sikela, Ministro dell'Industria e del Commercio della Repubblica Ceca, che detiene la Presidenza dell'UE e ha presieduto la riunione di giovedì dei Ministri dell'Industria dell'UE.

"Questo è il massimo comune denominatore che rende tutti ugualmente infelici", ha detto Sikela. "Posso concludere che abbiamo raggiunto un approccio generale su questa direttiva. Il Consiglio ha dimostrato la sua determinazione su una normativa così importante".

In seguito agli sforzi della Francia e di altri Paesi, il compromesso consente agli Stati dell'UE di escludere le società di servizi finanziari all'interno dei loro confini nazionali.

La Francia ha dichiarato di essere già stata pioniera nel 2017 nel richiedere alle aziende di rispettare i diritti umani e l'ambiente, anche presso i fornitori.

World Benchmarking Alliance, che si batte per il business sostenibile, ha affermato che l'accordo conferma che la finanza potrebbe in linea di principio essere resa legalmente responsabile della gestione dei diritti umani e dei rischi ambientali, una mossa che alcuni Stati dell'UE avevano sostenuto non essere adatta al settore.

"Gli Stati membri dell'Unione Europea hanno sventrato i piani per impedire alle aziende di alimentare gli abusi dei diritti umani e la distruzione dell'ambiente", ha dichiarato Aurelie Skrobik, responsabile della campagna di responsabilità aziendale presso Global Witness.

Il compromesso degli Stati membri introduce un periodo di introduzione graduale, che si applica per la prima volta alle aziende con più di 1.000 dipendenti e 300 milioni di euro di fatturato netto globale.

Il Parlamento europeo ha voce in capitolo sulle regole e la sua commissione per gli affari legali non dovrebbe votare le proposte prima di marzo.

Entrambe le parti si siederanno poi per elaborare un accordo finale che diventi legge ed entri in vigore entro tre anni, con i servizi finanziari che saranno probabilmente al centro di difficili negoziati.