Alle 11,30 il Brent avanza di 0,13% a 76,27 dollari a barile, mentre il greggio Usa avanza di 0,04% fermandosi a 72,26 dollari a barile.

Diversi Stati membri dell'Opec+ - tra cui Nigeria, Angola e Kazakhistan - hanno faticato negli ultimi mesi ad aumentare la produzione, a causa di anni di sottoinvestimento e del rallentamento dei lavori di manutenzione dovuto alla pandemia.

Il dollaro, che solitamente ha un andamento inverso a quello dei prezzi delle commodity, petrolio incluso, è calato leggermente dai massimi di un mese, dopo che la Federal Reserve ha iniziato a preparare il terreno per un aumento dei tassi di interesse l'anno prossimo, pur lasciando abbastanza spazio di manovra per rallentare l'andamento se dovesse essere necessario.

A supportare il mercato del greggio c'è stato anche un ritorno dell'interesse per gli asset più rischiosi, dopo che i timori per il pagamento di un bond denominato in dollari di China Evergrande di sono dissipati.

In un quadro di solido aumento della domanda connesso all'allentamento delle limitazioni ai viaggi, i dati Eia hanno mostrato che il tasso di utilizzo delle raffinerie negli Usa è aumentato a 93%, ai massimi dal 2019.

Il sentiment è supportato anche dal balzo dei prezzi del gas naturale, secondo Anz Research.

I prezzi del gas sono aumentati con decisione in tutto il mondo, a causa di una combinazione di fattori, tra cui un aumento della domanda che è stato marcatamente forte in Asia ormai entrata nella ripresa post-pandemia, da basse riserve di gas, e da forniture di gas minori del solito da parte della Russia.

(Tradotto da Luca Fratangelo in redazione a Danzica, in redazione a Roma Francesca Piscioneri)