I futures del greggio Brent sono scesi di 33 centesimi, o dello 0,4%, a 93,32 dollari al barile. I futures del greggio statunitense sono scesi di 40 centesimi, pari allo 0,5%, a 87,71 dollari al barile.

I prezzi sono aumentati di oltre l'1% durante la sessione precedente, anche se il Brent ha toccato il livello più basso da febbraio.

I futures sono scesi negli ultimi mesi, mentre gli investitori hanno analizzato i dati economici che hanno alimentato le preoccupazioni per una potenziale recessione che potrebbe danneggiare la domanda di energia.

L'inflazione dei prezzi al consumo britannici è balzata al 10,1% a luglio, il livello più alto dal febbraio 1982, intensificando la pressione sulle famiglie.

Per quanto riguarda l'offerta, la Russia ha iniziato ad aumentare gradualmente la produzione di petrolio dopo le limitazioni legate alle sanzioni e l'aumento degli acquisti da parte degli acquirenti asiatici, portando Mosca ad aumentare le sue previsioni di produzione e di esportazione fino alla fine del 2025, come risulta da un documento del Ministero dell'Economia esaminato da Reuters.

Secondo il documento, i guadagni della Russia derivanti dalle esportazioni di energia dovrebbero aumentare del 38% quest'anno, in parte grazie all'aumento dei volumi di esportazione di petrolio, segno che l'offerta del Paese non è stata colpita così tanto come i mercati avevano inizialmente previsto.

Le esportazioni di greggio dell'Arabia Saudita sono aumentate a giugno, mentre la produzione ha raggiunto un massimo di oltre due anni, secondo i dati della Joint Organizations Data Initiative (JODI) mostrati mercoledì.

Nel frattempo, il mercato attende gli sviluppi dei colloqui per rilanciare l'accordo nucleare del 2015 dell'Iran con le potenze mondiali, che potrebbe portare ad un aumento delle esportazioni di petrolio iraniano.