Il primo bilancio del Primo Ministro Giorgia Meloni fa salire il deficit del prossimo anno al 4,5% del prodotto interno lordo, dal 3,4% previsto a settembre, stanziando oltre 21 miliardi di euro (22,3 miliardi di dollari) in agevolazioni fiscali e bonus per aiutare le aziende e le famiglie a far fronte alla crisi energetica.

Tra le numerose altre misure, il disegno di legge abbassa anche l'età pensionabile, offre incentivi fiscali per incoraggiare le assunzioni con contratti a tempo indeterminato e include 12 condoni fiscali che consentono alle persone e alle aziende di recuperare i pagamenti mancati grazie a sanzioni ridotte.

Il Governo ha vinto il voto di fiducia con 109 voti contro 76. A questo è seguita la formalità di un'ulteriore votazione in cui il Senato ha approvato definitivamente il pacchetto.

Il Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha definito l'approvazione del bilancio una "missione compiuta", affermando in una dichiarazione che il pacchetto ha ottenuto la fiducia dei mercati, delle istituzioni europee e infine del Parlamento.

I governi italiani utilizzano spesso i voti di fiducia per ridurre il dibattito sugli emendamenti e far passare la legislazione. Se tale voto viene perso, il governo deve dimettersi, ma la Meloni, con la sua ampia maggioranza parlamentare, non correva questo rischio.

Un voto di fiducia è stato utilizzato anche per far passare il bilancio alla Camera dei Deputati la scorsa settimana.

I partiti di opposizione hanno accusato la coalizione di destra al potere di non aver concesso al Parlamento un tempo sufficiente per rivedere il progetto di legge, che è stato presentato dalla Meloni a novembre, circa un mese dopo il suo insediamento.

Il Governo ha ribattuto che non aveva alternative perché le elezioni nazionali tenutesi a settembre avevano drasticamente ridotto il periodo normalmente utilizzato per elaborare e discutere il pacchetto.