Il Presidente Kais Saied ha già tenuto una consultazione online per sondare l'opinione pubblica sulla nuova Costituzione e ha promesso di nominare un gruppo di avvocati per redigerla e sottoporla a referendum a luglio.

Le sue osservazioni sono sembrate indicare che è aperto a un processo più inclusivo - cosa che i suoi critici e altri importanti attori chiedono da tempo - ma non ha detto quando o come si svolgerà, né chi sarà invitato a partecipare.

"La consultazione è la prima fase del dialogo nazionale... il dialogo nazionale si svolgerà dopo aver preso in considerazione i risultati della consultazione", ha detto in una registrazione video diffusa online.

I critici di Saied lo accusano di aver compiuto un colpo di stato la scorsa estate, quando ha sospeso il Parlamento eletto e ha messo da parte la Costituzione democratica per dire che avrebbe governato per decreto fino a quando non ne fosse stata istituita una nuova.

Lui respinge questa accusa, affermando che le sue azioni erano necessarie per salvare la Tunisia da quella che descrive come un'élite corrotta ed egoista e un sistema politico che ha portato un decennio di paralisi e stagnazione dalla rivoluzione del 2011 che ha introdotto la democrazia.

Saied, un ex avvocato costituzionale, ha mostrato poca propensione al compromesso dopo la sua schiacciante vittoria elettorale al secondo turno come neofita politico nel 2019.

I suoi critici hanno visto la consultazione online sulla Costituzione come un mezzo per aggirare il dialogo con gli altri attori principali del Paese. Quando si è conclusa domenica, solo 500.000 tunisini avevano partecipato su una popolazione di 12 milioni.

Nel frattempo, un'economia disastrosa e l'imminente minaccia di bancarotta nazionale hanno aumentato la pressione su Saied, che cerca di ridisegnare il sistema politico in un momento in cui molti tunisini sono più preoccupati dalla mancanza di lavoro e dall'aumento dei prezzi.

L'agenzia di rating Fitch ha declassato il debito sovrano tunisino allo stato di "junk" (spazzatura) venerdì scorso, affermando di ritenere che il Governo sarebbe andato in default sui prestiti.

Per evitare un collasso delle finanze pubbliche, la Tunisia ha probabilmente bisogno di un pacchetto di salvataggio internazionale da parte del Fondo Monetario Internazionale, ma deve offrire riforme credibili sostenute da tutto il sistema politico, compreso il sindacato dei lavoratori UGTT.

La scorsa settimana l'UGTT ha respinto a gran voce le riforme che, a suo dire, erano state proposte dal Governo e ha dichiarato che avrebbe agito se Saied avesse cercato di tagliarlo fuori dal processo politico.