Il dollaro australiano e quello neozelandese sono rimasti fermi vicino ai massimi di 5-1/2 mesi martedì, quando la loro recente striscia vincente ha incontrato resistenza, mentre le letture miste sull'attività industriale cinese hanno mantenuto fragile il sentimento.

L'Aussie è rimasto poco variato a $0,6812, dopo che un forte guadagno del 7,6% negli ultimi due mesi ha aiutato la valuta a mantenersi stabile per l'anno. Deve affrontare la resistenza a $0,6871, il massimo da metà luglio, raggiunto venerdì.

Il kiwi ha iniziato l'anno con un calo dello 0,2% a $0,6304, dopo aver chiuso il 2023 con una piccola perdita dello 0,5%. La resistenza maggiore si trova a 0,6370 dollari.

Un sondaggio privato di lunedì ha mostrato che l'attività manifatturiera della Cina si è espansa ad un ritmo più rapido del previsto nel mese di dicembre, un risultato che contrasta con un sondaggio ufficiale di domenica che ha mostrato una contrazione del settore.

Raymond Yeung, capo economista per la Cina presso ANZ, ha detto che i sondaggi hanno mostrato che il rischio di deflazione è aumentato nella seconda economia mondiale.

"Sarebbe necessaria una forte dose di stimolo fiscale e monetario nel 2024 per interrompere la spirale negativa", ha aggiunto Yeung.

La Cina è il principale mercato di esportazione dell'Australia e stabilisce i prezzi di molte delle sue materie prime, in particolare il minerale di ferro.

In Australia, i dati hanno mostrato che i prezzi delle case sono rimbalzati dell'8% lo scorso anno, ma gli aumenti dei tassi d'interesse e il peggioramento dell'accessibilità economica hanno rallentato un po' il ritmo di crescita negli ultimi mesi dell'anno.

I mercati continuano a scommettere che la Reserve Bank of Australia ha finito di inasprire la politica monetaria e che la prossima mossa sarà un taglio, pienamente previsto per giugno del prossimo anno.

Allo stesso modo, anche se la Reserve Bank of New Zealand (RBNZ) ha suonato decisamente da falco negli ultimi tempi, i mercati quotano quattro tagli dei tassi il prossimo anno, dato che l'economia si sta indebolendo sotto i rialzi dei tassi.