Il mese scorso, la banca centrale ha stupito il mercato aumentando il tetto del rendimento a 10 anni allo 0,5% dallo 0,25%, raddoppiando la fascia che avrebbe consentito al di sopra o al di sotto del suo obiettivo di zero. Da allora, si sono diffuse speculazioni sulla possibilità che la BOJ modifichi ulteriormente la sua politica di controllo della curva dei rendimenti (YCC).

Lo yen giapponese si è indebolito dello 0,56% rispetto al biglietto verde, attestandosi a 128,83 per dollaro mercoledì, allontanandosi dal massimo di sette mesi di 127,25 toccato lunedì. L'indice del dollaro, che misura il dollaro bene rifugio rispetto a sei paesi simili, era piatto a 102,400.

Kristina Clifton, economista senior e stratega valutario senior presso la Commonwealth Bank of Australia, ha affermato che la riunione probabilmente provocherà un'ampia volatilità nei mercati valutari, sottolineando che un atteggiamento dovish potrebbe vedere il dollaro/yen salire di 2-5 yen.

"Al contrario, qualsiasi ritocco della politica potrebbe essere interpretato dai mercati come un passo verso la normalizzazione della politica, facendo scendere il dollaro/yen, potenzialmente in modo netto", ha detto Clifton.

Il rendimento a 10 anni dei titoli di Stato giapponesi ha superato il tetto della BOJ per tre sessioni consecutive fino a martedì, portando ad un'ondata di acquisti di obbligazioni di emergenza da parte del governo. [JP/]

Alcuni investitori scommettono che la BOJ sarà costretta a modificare, o addirittura a smantellare, l'YCC già questa settimana, ritenendo che la banca centrale non sia in grado di sostenere il massiccio volume di acquisti di obbligazioni necessario per difendere il tetto.

"La pressione sul mercato dei JGB nelle ultime settimane, insieme alla prospettiva di un aumento dell'inflazione giapponese, ci porta a concludere che la BOJ darà un forte segnale che la fine del YCC è vicina", ha detto Rodrigo Catril, stratega della National Australia Bank a Sydney.

"Se la Banca manterrà invariata la sua banda YCC, è probabile che questo avvenga insieme all'impegno di acquistare altri JGB, ma data la pressione del mercato, sospettiamo che come minimo la Banca dovrà dare un forte segnale di un cambiamento imminente della politica".

Nel frattempo, la sterlina è stata scambiata a 1,2274 dollari, in calo dello 0,11% nella giornata, mentre l'euro è sceso dello 0,03% a 1,0785 dollari.

Il dollaro australiano è sceso dello 0,04% a 0,698 dollari, mentre il kiwi è salito dello 0,03% rispetto alla valuta statunitense a 0,643 dollari.