I futures del greggio statunitense West Texas Intermediate (WTI) sono scesi di 59 centesimi, o 0,8%, a $74,53 al barile alle 0134 GMT, mentre i futures del greggio Brent erano in calo di 62 centesimi, o 0,8%, a $79,48 al barile.

Le scorte di greggio degli Stati Uniti sono aumentate di 14,9 milioni di barili nella settimana conclusasi il 6 gennaio, hanno detto le fonti, citando i dati dell'American Petroleum Institute (API). Allo stesso tempo, le scorte di distillati, che comprendono il gasolio da riscaldamento e il carburante per aerei, sono aumentate di circa 1,1 milioni di barili.

Gli analisti intervistati da Reuters si aspettavano un calo delle scorte di greggio di 2,2 milioni di barili e un calo delle scorte di distillati di 500.000 barili.

I trader si occuperanno dei dati sulle scorte della U.S. Energy Information Administration, attesi per mercoledì, per vedere se corrispondono alla visione preliminare dell'API.

Il mercato del petrolio è stato trascinato al ribasso dalle preoccupazioni per i rialzi dei tassi d'interesse statunitensi per frenare l'inflazione, che innescherebbero una recessione e ridurrebbero la domanda di carburante, controbilanciando le speranze di crescita della domanda di carburante in Cina, il secondo più grande consumatore di petrolio al mondo, con l'allentamento delle restrizioni COVID-19 e la ripresa dei viaggi internazionali.

"La notizia di lunedì che la Cina ha emesso un nuovo lotto di quote di importazione suggerisce che il grande importatore mondiale sta aumentando per soddisfare la domanda più elevata", hanno dichiarato gli analisti di ANZ Research in una nota.

Questa settimana l'attenzione è rivolta ai dati sull'inflazione degli Stati Uniti, previsti per giovedì. Se l'inflazione dovesse risultare inferiore alle aspettative, il dollaro potrebbe scendere, hanno detto gli analisti. Un dollaro più debole può stimolare la domanda di petrolio, in quanto rende la merce più conveniente per gli acquirenti che detengono altre valute.