ZURIGO (awp/ats) - La situazione nel settore dell'industria svizzera rimane difficile, con qualche apprensione in più anche sul fronte dell'occupazione, mentre nel ramo dei servizi le prospettive restano positive, seppur in lieve offuscamento: è questa, in estrema sintesi, l'indicazione che emerge dagli indici PMI elvetici, cioè dagli indicatori che illustrano il comportamento dei manager che, nelle imprese, si occupano degli acquisti aziendali.

Per quanto riguarda l'industria il parametro si è attestato in febbraio a 44,0 punti, confermandosi per il 14esimo mese consecutivo al di sotto della soglia di crescita fissata a 50: rispetto a dicembre si assiste a una mini-progressione di 0,9 punti, mentre su base annua si nota una flessione di 4,9 punti, ha indicato oggi UBS, istituto che nel 2023 è subentrato a Credit Suisse (CS) nel pubblicare questi dati.

Gli specialisti della banca guidata da Sergio Ermotti interpretano le informazioni raccolte, attraverso un sondaggio, dall'associazione di categoria Procure.ch. L'indicatore è nella fascia delle previsioni degli analisti interrogati dall'agenzia Awp, che andavano da 42,5 a 45,1 punti. Il livello più alto era stato raggiunto nel luglio 2021, quando erano stati registrati 70,0 punti, massimo assoluto da quando vengono raccolti i dati, cioè dal gennaio 1995. L'indicatore era poi sceso fino a 38,5 nel luglio 2023, minimo dal 2009.

Passando all'ambito dei servizi, il relativo indice PMI si è attestato in febbraio a 53,0 punti, con una flessione di 1,6 punti mensile e di 2,3 punti su base annua. L'indicatore è al limite inferiore della fascia di stime (che erano comprese fra 53,0 e 54,5) e pur indebolendosi rimane ancora nettamente oltre la soglia di crescita. "L'indicatore continua a segnalare un incremento nel settore dei servizi, ma è probabile che lo slancio sia rallentato in modo significativo alla fine del 2023", commentano gli esperti di UBS.

In entrambi i settori - industria e servizi - può essere osservato con particolare attenzione il segmento dell'impiego: nel ramo secondario il relativo sottoindice è sceso a 45,8 (-2,4 punti), mentre nel terziario si mantiene ancora oltre la soglia di crescita (52,2, +0,1 punti), che segnala come siano più numerose le imprese che vogliono ampliare l'organico rispetto a quelle che intendono ridurre il personale.

La versione svizzera dell'indice PMI si inserisce in una tradizione nata negli Stati Uniti che risale ai primi decenni del secolo scorso: è stato infatti nel 1931 che la National Association of Purchasing Management (NAPM) raccolse per la prima volta i dati degli acquisti. Oggi in tutto il mondo il PMI figura fra gli indicatori economici più seguiti per tastare il polso allo stato di un'economia. Normalmente gli indici vengono pubblicati il primo giorno feriale del mese, come è stato il caso oggi.