MILANO (Reuters) - La Commissione europea ha rivisto in marginale calo la stima di crescita per l'Italia quest'anno, alzando lievemente quella per l'anno prossimo grazie agli investimenti legati ai fondi del Pnrr che scongiurano uno scenario di revisioni più drastiche.

Commentando l'esito delle valutazioni sui singoli Paesi, nel caso dell'Italia il commissario Ue per l'Economia, Paolo Gentiloni, si sofferma sull'importanza dell'implementazione dei progetti co-finanziati con il Pnrr, che a parere di Bruxelles hanno un impatto annuo potenziale di 0,5% in termini di Pil attraverso il canale investimenti.

Passando ai numeri, la Commissione vede la crescita 2023 allo 0,7%, inferiore alla stima di settembre di 0,9% e a quella governativa (0,8%) che, secondo le parole di Giancarlo Giorgetti soltanto ieri, sarà probabilmente limata al ribasso.

Per l'anno prossimo il Pil è visto a 0,9%, rispetto a 0,8% di settembre e al di sotto della stima governativa di 1,2%.

Secondo la Commissione la crescita economica accelererà a 1,2% nel 2025.

"Il Pil reale ha toccato il fondo nel terzo trimestre e dovrebbe riprendere negli ultimi tre mesi del 2023", ha scritto Bruxelles nel rapporto.

Le attese di Bruxelles per la crescita media della zona euro sono di 0,6% per il 2023, 1,2% per il 2024 e 1,6% per il 2025.

La Commissione mette in evidenza che il percorso di riduzione del debito è destinato ad arrestarsi nel biennio 2024-2025.

"Il rapporto debito/Pil è visto scendere leggermente a 139,8% nel 2023 ma tornare ad aumentare a 140,9% entro il 2025, dato che il differenziale tra crescita economica e tassi di interesse diventa meno favorevole e l'avanzo primario diventa leggermente positivo solo nel 2025", spiega Bruxelles.

Quanto al deficit, la Commissione indica 5,3% rispetto al Pil per quest'anno, 4,4% per il prossimo e 4,3% per il 2025. Nelle stime di primavera le previsioni erano di 4,5% su quest'anno e 3,7% sul prossimo.

UE VEDE TRAIETTORIA DISCENDENTE INFLAZIONE ITALIA

A monte della "sensibile differenza" nelle stime sui conti pubblici 2025 tra Ue e Nadef, spiega Gentiloni, la previsione della Commissione di un maggior incremento della spesa per interessi, l'ipotesi che il taglio del cuneo fiscale venga prorogato al 2025 ("il governo italiano lo ha presentato come una misura che intende mantenere", dice il commissario) e che i salari pubblici crescano più di quanto messo in conto dall'esecutivo.

Al termine dell'audizione pubblica, Gentiloni si è brevemente trattenuto con la sola stampa italiana, che lo ha interrogato sulle prospettive per il nuovo Patto di stabilità.

"Sappiamo che le regole di bilancio che sono state in vigore fin qui hanno funzionato molto male o comunque per molti aspetti non hanno funzionato quindi, siccome non possiamo essere senza regole di bilancio, averne di nuove e di migliori è molto importante", ha commentato.

"Auspicio della Commissione - aggiunge, in merito alla necessità di un accordo sulle nuove norme - è che l'intesa che sarà raggiunta tra i diversi Paesi non si discosti in termini di equilibrio dalla proposta della Commissione".

Tornando al documento sulle stime d'autunno, Bruxelles disegna un'incoraggiante traiettoria discendente per l'inflazione italiana: da una media di 8,7% nel 2022, si passerebbe a 6,1% quest'anno, 2,7% il prossimo a 2,1% nel 2025.

Di questa mattina da Istat la revisione del dato di ottobre, il cui tasso annuo a livello di indice Nic (1,7%) segna il minimo da luglio 2021.

Secondo Gentiloni, il rientro dell'inflazione e la buona condizione di salute del mercato del lavoro sono al momento due dei punti di forza della congiuntura italiana, che ne hanno prevenuto la recessione.

(Sara Rossi, Alessia Pé, editing Francesca Piscioneri)