In un contesto di rinnovata inquietudine per la traiettoria delle banche centrali e nel bel mezzo di un rallentamento della crescita economica mondiale, i mercati finanziari hanno nuovamente perso terreno questa settimana. Il discorso di Jerome Powell in occasione del symposium di Jackson Hole è stato fonte di volatilità: il presidente della Fed ha confermato che nei prossimi mesi vi saranno ulteriori strette monetarie per provare a contenere l'inflazione, benché la crescita americana possa risentirne.
Variazioni settimanali*
FTSE-MIB
21895  -2.84%Grafico
STOXX EUROPE 600
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Top/Flop della settimana

Top

  • Micro Focus (+85%): La miglior quotazione della settimana. L'editore britannico di software, che propone tutta una gamma di strumenti di gestione aziendale, ha accettato di essere acquisito dalla canadese Open Text per un prezzo quasi due volte maggiore al suo prezzo in Borsa. 
  • Snowflake (+28%): Una delle stelle crescenti della tecnologia americana; ha pubblicato risultati trimestrali migliori del previsto. L'azienda specializzata in gestione dei dati nel cloud ha goduto di un inaspettato colpo d'acceleratore poiché, allo stesso tempo, le cifre di Salesforce e Splunk, uscite lo stesso giorno, hanno deluso. 
  • Aveva (+22%): Dopo che l'informazione è filtrata alla stampa, Schneider Electric è stata costretta a confermare che sta nuovamente considerando di acquisire la parte minoritaria dell'azienda britannica. È una vecchia storia che si ripete, ma sembra sempre più evidente che la francese non sia veramente interessata a mantenere quotata la propria filiale. 
  • Cameco (+18%): Il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Il fornitore canadese di uranio è spesso un'azienda sulla quale si riversano gli investimenti quando l'energia nucleare torna di moda. Questa settimana, l'annuncio della ripresa del programma nucleare civile del Giappone ha dopato il titolo. 
  • VAR Energi (+15%): La filiale norvegese di ENI ha goduto di un grosso effetto leva sula ripresa del barile del Brent oltre i 100 dollari. Dopo un minimo estivo a inizio luglio, il titolo torna al vertice. 
  • Alfen (+12%): L'incredibile aumento dei punti di ricarica di veicoli elettrici da istallare sta dando una forte spinta alla società di ingegneria olandese, specializzata anche in questo settore. I risultati trimestrali hanno ampiamente superato le aspettative.

Flop

  • AP Moller Maersk (-7%): Ancora lì, il rallentamento economico mondiale in vista pesa sul settore che potrebbe essersi lasciato i suoi miglior anni alle spalle. I prezzi del trasporto merci rimangono alti, ma si allontanano dai record degli ultimi due anni. 
  • Hennes & Mauritz (-10%): Le prospettive di consumo si incupiscono per i gruppi tessili. Questa settimana diversi broker hanno rivisto al ribasso le loro previsioni sulla svedese. In particolare, la Deutsche Bank ha ridotto da 145 a 125 SEK il suo obiettivo su H&M, che ci si aspetta debba soffrire negli ultimi due trimestri dell'anno. 
  • Dollar Tree (-11%): La catena di prodotti scontati ha rivisto al ribasso le proprie previsioni annuali, sia sul fatturato che sui risultati. L'azienda sta subendo il rallentamento economico e l'inflazione. Parallelamente, il direttore finanziario uscirà di scena. 
  • Zoom Video (-18%): Cifre trimestrali deludenti per gli investitori del gruppo americano che continua ad avere un elevato tasso di annullamento delle iscrizioni e una conversione alla versione a pagamento molto bassa.
  • Pagaya (-24%): La fintech israeliana, da poco quotata negli Stati Uniti, è in calo da inizio settimana, dopo essere salita alle stelle da inizio luglio. Durante la sua giovane vita in Borsa, l'azienda è passata da 2,42 a 34,50 dollari.
    Grafico Materie Prime
    Materie prime

    Energia: Le dichiarazioni dell'OPEP, che apre il cammino a una potenziale riduzione della produzione, e l'avanzamento nelle trattative sull'accordo nucleare iraniano hanno orientato i prezzi del petrolio, prima al rialzo, poi al ribasso. È chiaro che questi due catalizzatori vengono tenuti d'occhio poiché hanno un impatto diretto sull'orientamento dell'offerta mondiale. A livello di prezzi, il Brent è vicino ai 99 dollari il barile mentre il riferimento americano, il WTI, è quotato attorno ai 92 dollari. Questa svalutazione del WTI rispetto al Brent facilita le esportazioni americane di petrolio grezzo, ma anche dei prodotti petroliferi. Per quanto riguarda il gas naturale, la pressione non diminuisce in Europa, dove il TTF olandese ha raggiunto un nuovo apice a 320 EUR/MWh.

    Metalli: Questa settimana sono aumentati i prezzi dei metalli industriali, eccetto il piombo che è calato a 1976 dollari la tonnellata. Il rame ha ripreso quota ed è attorno a 8150 dollari all'LME. L'ultimo rapporto mensile dell'International Copper Study Group (ICSG) mostra che il deficit del rame è cresciuto tra maggio e giugno, passando da 34.000 a 66.000 tonnellate. Rispetto ai metalli preziosi, l'oro rimane invariato ed è ancora quotato attorno ai 1740 dollari l'oncia.

    Prodotti agricoli: La siccità non affligge solo l'Europa. Anche Stati Uniti e Cina stanno vivendo forti ondate di caldo che potrebbero avere un impatto sui rendimenti delle coltivazioni che richiedono molta acqua, soprattutto grano e mais. Questi ultimi sono rispettivamente quotati a 792 e 655 centesimi per bushel a Chicago.

    Grafico Materie Prime
    Macroeconomia

    Clima: Freniamo gli entusiasmi. Coloro che avevano puntato su dichiarazioni pro-mercato da parte della Fed venerdì a Jackson Hole sono rimasti delusi. Nonostante dei primi segnali di rilassamento dell'inflazione e statistiche macroeconomiche un po' deboli negli Stati Uniti, Jerome Powell non abbassa la guardia e continua a martellare dicendo che sono ancora necessari degli aumenti dei tassi per controllare i prezzi. Siamo passati da costi quel che costi per mantenere a galla l'economia a costi quel che costi per frenarla, e fa un po' male. In Europa, le autorità politiche e monetarie sono dinanzi a un rischio sistemico dovuto all'impennata dei prezzi dell'energia. Gli indicatori PMI pubblicati questa settimana mostrano che l'autunno sarà complicato.

    Tassi: Negli Stati Uniti la curva dei tassi è ancora invertita, con un debito a 10 anni al 3,02%, contro il 3,20% di quello a sei mesi. La prospettiva di vedere i tassi rimanere a questi livelli elevati per un periodo maggiore di quanto previsto dal mercato, come ha fatto intendere Powell a Jackson Hole, fa temere un rallentamento economico più duraturo. In Europa, il Bund tedesco e all'1,38%, l'OAT francese al 2,01% e il BTP italiano al 3,68%. Circolano voci riguardo un rafforzamento della squadra dei "falchi" nella BCE: diversi membri vogliono discutere su un aumento dei tassi di riferimento di 75 punti base il prossimo mese.

    Valute: La tempesta energetica che è caduta sull'Europa e la fermezza della Fed hanno spinto l'euro alla parità con il dollaro a inizio settimana. La moneta unica è successivamente risalita attorno a 1 dollaro. Alla fine, il Dollar Index, che confronta il biglietto verde con sei valute di riferimento, ha perso un po' di terreno rispetto allo scorso fine settimana, seppur mantenendosi ben arroccato. Rispetto alle altre coppie, l'EUR/GBP si stabilizza a 0,8495 e l'EUR/CHF a 0,9633.

    Criptovalute: Il bitcoin continua sullo stesso cammino della scorsa settimana e da lunedì cede più del 3% tornando a gravitare attorno ai 21.000 dollari, nel momento in cui scriviamo queste righe. In un contesto macroeconomico ancora teso, in particolare orchestrato dalle banche centrali e dalla loro lotta contro l'iperinflazione, le attività a rischio fanno fatica a riprendere nuovamente quota e a mantenerla, ancor di più con l'ipersensibilità delle criptovalute agli annunci macroeconomici. Gli investitori istituzionali, professionisti e privati sembrano ancora cauti sul ritorno all'esposizione sull'emotivo mercato delle attività digitali.

    Calendario: Martedì la Germania saprà il suo tasso d'inflazione preliminare di agosto. Mercoledì toccherà alla Francia e a tutta la zona euro. Negli Stati Uniti l'attenzione sarà rivolta alle cifre della disoccupazione di agosto che verranno annunciate venerdì. No, non illudetevi, non ci sono annunci delle banche centrali questa settimana, ma rassicuriamo i più dipendenti: alcuni membri della Fed si pronunceranno comunque nei prossimi giorni.

    Grafico di Prezzo
    Ritorno alla realtà
    La settimana è terminata con una nota negativa per i principali indici dei mercati europei. Jerome Powell si è espresso venerdì durante il symposium di Jackson Hole. Dopo una settimana di frenetica attesa, i mercati azionari si preparavano ad ascoltare il discorso del presidente della Banca centrale americana. Mentre il mondo lotta contro un'accelerazione dei prezzi che minaccia la crescita, Powell ha insistito sul fatto che la Fed farà di tutto per riottenere il controllo dell'inflazione, a costo di spingere i tassi d'interesse in territorio restrittivo e dunque l'economia in recessione. Nulla di nuovo di per sé, ma il mercato, come spesso accade, sperava in meglio.
    Buon weekend a tutti gli investitori.
    *La performance settimanale degli indici e delle azioni si riferisce al periodo che va dall'apertura dei mercati il lunedì alla preparazione di questa newsletter il venerdì.
    La performance settimanale di materie prime, metalli preziosi e valute si riferisce a un periodo di 7 giorni da un venerdì al successivo, fino alla preparazione di questa newsletter. Tali attività continuano la loro quotazione nei weekend.