Nonostante i timori di una recessione, che nelle ultime settimane continuano a incombere sui mercati finanziari, questo venerdì i grandi indici provano a riprendere colore, con il netto calo del mercato obbligazionario e l'abbassamento dei prezzi petroliferi. Malgrado le preoccupazioni dovute ai recenti inasprimenti delle banche centrali, qualche acquisto a buon mercato ha permesso ai principali indici di registrare performance settimanali positive. Continua tuttavia la volatilità man mano che si avvicina l'inizio della stagione dei risultati per il secondo trimestre.
Variazioni settimanali*
STOXX EUROPE 600
412.93  +2.40%
Grafico STOXX EUROPE 600
S&P 500 INDEX
3911.74  +6.45%
Grafico S&P 500 INDEX
NIKKEI 225
26491.97  +2.04%
Grafico NIKKEI 225
GOLD
1826.10$  -0.67%
Grafico GOLD
LONDON BRENT OIL
112.44  -1.29%
Grafico LONDON BRENT OIL
EURO / US DOLLAR
1.06$  +0.59%
Grafico EURO / US DOLLAR
Top/Flop della settimana
  • Valneva (+59%): Tra i migliori della settimana ritroviamo il laboratorio francese che attira l'attenzione di Pfizer, che prenderà l'8,1% del capitale per un valore di circa 90 M€. Collaborano nella lotta contro la malattia di Lyme. Parallelamente, l'UE ha autorizzato il vaccino contro il covid-19 sviluppato da Valneva.
  • Zendesk (+32%): L'azienda di software ha accettato l'acquisizione da parte di un gruppo di investitori guidato da Permira e Hellman & Friedman, sulla base di 10,2 Md$, ovvero 77,50 dollari per azione.
  • Roblox (+30%): Il gruppo di videogiochi ha goduto di un vasto movimento d'acquisto grazie agli investitori desiderosi di approfittare del calo dell'azione molto vicina ai minimi storici.
  • Chewy (+27%): L'azienda specializzata in prodotti per animali da compagnia ha sorpreso il mercato con utili trimestrali inaspettati, a 18,5 milioni di dollari, e previsioni annuali incoraggianti, superiori alle aspettative. +27,7%
  • Jyske Bank (+15%): La banca acquisirà le attività danesi della banca svedese Svenska Handelsbanken per una somma non divulgata. A ottobre quest'ultima aveva annunciato il ritiro da Danimarca e Finlandia, poiché considerava di avere poche opportunità di sviluppo su questi mercati senza realizzare importanti investimenti.
  • JD Sports Fashion (+10%): Il rivenditore di abbigliamento sportivo quotato a Londra ha svelato un utile annuale che è più del doppio rispetto all'anno precedente, passando da 324 a 655 milioni di sterline.
  • DaVita (-13%): Il gruppo ha perso il contenzioso dinanzi alla Corte Suprema sulla copertura delle dialisi con l'ospedale dell'Ohio. DaVita accusava l'ospedale di aver considerato i fornitori di dialisi come off-grid e di averli rimborsati ai tassi più bassi.
  • Kingspan (-13%): Il gruppo irlandese specializzato in materiali da costruzione ha pubblicato risultati molto solidi... ma il mercato si concentra sulle prospettive cupe. Per UBS, le prime nuvole sono apparse sotto forma di un importante calo nell'arrivo di nuovi ordini. L'informazione ha avuto ripercussioni su tutto il settore dei materiali da costruzione, al pari dei forti cali settimanali di Rockwool e Saint-Gobain.
  • Freeport-McMoran (-13%): La società mineraria americana paga il disinteresse di questa settimana nei confronti delle materie prime da parte degli investitori.
  • Umicore (-14%): Il gruppo belga ha pubblicato obiettivi ambiziosi per il 2030, ma ha anche indicato di aver bisogno d'investimenti di 5 Md€ entro il 2025, rendendo "altamente probabile" una raccolta di capitali, secondo Jefferies. Incombe sul caso la possibilità di diluizione.
  • Indra Sistemas (-19%): L'azienda spagnola di tecnologia e difesa collassa a seguito del rimaneggiamento del consiglio d'amministrazione, accettato dagli azionisti, che dà al governo un maggior controllo. "Questa società è ormai nelle mani del governo spagnolo e la voce degli azionisti minoritari non verrà più difesa in seno al consiglio d'amministrazione", sostiene Kepler Cheuvreux in una nota ai clienti. Il movimento è stato reso possibile dalla presenza del fondo attivista Amber nel capitale.
Grafico Materie Prime
Materie prime

Petrolio: Seconda settimana di calo per i prezzi petroliferi, che rimangono sotto pressione a causa dei venti contrari sul fronte macroeconomico. Si intensificano i timori rispetto alla politica della Fed, la quale potrebbe spingere l'economia americana verso una recessione al fine di contenere l'inflazione. A più breve termine, il mercato energetico rimane teso con un nervosismo che, secondo l'Agenzia Internazionale dell'Energia, dovrebbe accentuarsi a causa della contrazione dell'offerta russa. I prezzi hanno perso quota con il Brent del Mare del Nord a 113 dollari il barile e il petrolio light americano WTI a 107 dollari.

Metalli: Una nuova fase di calo per il settore dei metalli industriali, che subiscono in pieno le inquietudini riguardanti la domanda dei metalli di base. Il rame è ormai quotato a circa 8500 dollari la tonnellata, ben lontano dai vertici di 10.700 dollari del mese di marzo 2022. Il calo ha riguardato anche lo zinco che risentirebbe di una nuova contrazione nelle scorte, secondo i dati dell'LME, segno di una filiera tesa. Per quanto riguarda i metalli preziosi, i timori di una recessione non hanno permesso una ripresa dell'oro. Il metallo dorato continua a confrontarsi con i rendimenti reali positivi dei mercati obbligazionari che pesano sulla reliquia barbara, la quale, per definizione, non offre nessun rendimento.

Prodotti agricoli: Le materie prime agricole non sono sfuggite al generale calo dei prezzi di questa settimana. Il miglioramento delle condizioni di coltivazione del grano negli Stati Uniti, sottolineato dall'USDA nell'ultimo report settimanale, ha eclissato la paralisi delle negoziazioni in Ucraina per il ritorno dell'offerta del Paese sui mercati internazionali attraverso il mar Nero. I recenti bombardamenti russi sui porti ucraini, come quello di Mykolayiv, non fanno sperare nulla di buono sul futuro delle negoziazioni. A Chicago il grano è quotato a 950 centesimi per bushel. Anche il prezzo del mais si prende una pausa sui 750 centesimi per bushel. Notiamo infine la caduta del prezzo del cotone di circa il 15% sulla settimana, a 1,22 dollari per libbra.
Grafico Materie Prime
Macroeconomia

Clima: Due sale, due temperature. Le statistiche macroeconomiche non necessariamente sono accordi alla netta ripresa degli indici di Borsa della settimana. Germania, Francia e soprattutto Stati Uniti registrano un netto calo degli indicatori PMI Flash, ovvero il barometro dei direttori d'acquisto delle aziende, tra maggio e giugno. Il cambiamento rispetto alle settimane precedenti è che gli investitori non si fanno più prendere dal panico dopo ogni dichiarazione offensiva delle banche centrali. Hanno ritrovato un po' di appetito per il rischio, su speranze di riacquisto a buon mercato insieme a una scommessa su un aumento dei tassi meno punitivo del previsto. Una ripresa dei mercati fragile, ma che ha guadagnato vigore durante la settimana.

Tassi: Il rendimento delle obbligazioni degli Stati americani ha continuato a diminuire fino a tornare sul 3,10%. In altre parole, gli investitori pensano che la Fed non aumenterà i tassi tanto come pensavano una decina di giorni fa. Una lettura ottimista sarebbe stimare che sia perché la banca centrale sta vincendo la battaglia contro l'inflazione. In maniera più cinica potremmo invece credere che sia perché l'arrivo di una recessione porterebbe la Fed ad alzare il piede dall'acceleratore. Il rendimento a 5 anni è ancora un po' più elevato di quello a 10 anni, segno di nervosismo da parte degli operatori. In Europa il Bund tedesco è sceso all'1,48% rispetto alla scorsa settimana, benché verso il fine settimana sembra essere piuttosto in fase di rimonta. L'OAT francese è al 2,02%, mentre i tassi italiani sono al 3,48%, ovvero uno spread con la Germania che risale a 200 punti.

Valute: Il franco svizzero continua l'ascensione contro l'euro arrivando a 1,00677 CHF per 1 EUR. Si tratta di una delle conseguenze dell'inatteso doppio aumento dei tassi da parte della Banca nazionale svizzera della scorsa settimana, nella quale UBS si aspettava un ritorno alla parità entro poche settimane. "La BNS segue una strategia d'inasprimento dei tassi più convincente della BCE", sostiene la banca. La coppia EUR/USD si muove a malapena, a 1,0529 USD. Le due valute continuano a calare contemporaneamente dinanzi al rublo, che è a circa il 30% oltre i livelli d'inizio anno rispetto a queste ultime. Per adesso, la scommessa di Vladimir Putin di forzare gli occidentali a pagare le fatture energetiche in rubli si sta rivelando vincente.

Criptovalute: Il bitcoin è quasi in equilibrio in una settimana in cui naviga attorno ai 21.000 dollari nel momento in cui stiamo scrivendo queste righe. Dopo aver perso circa il 35% della capitalizzazione solo dall'inizio del mese di giugno, la valuta digitale torna a gravitare su una zona di prezzo che rappresenta l'apice del mercato rialzista del 2017. In un contesto macroeconomico ancora poco favorevole alle attività rischiose, i criptoinvestitori potrebbero soffrire ancora un po' prima che il bitcoin inverta questa tendenza al ribasso.

Calendario: Le principali banche centrali partecipano mercoledì a un evento organizzato dalla BCE in Portogallo. Dalle 15,30 prenderanno la parola Christine Lagarde, Andrew Baley e Jerome Powell. Avremo inoltre l'indice di fiducia dei consumatori americani pubblicato da martedì (per valutare se il principale motore dell'economia funziona bene nell'oltreoceano) e mercoledì l'inflazione tedesca di giugno (per sapere quale destino ci sta preparando la BCE per le prossime settimane). Giovedì spazio all'inflazione PCE degli Stati Uniti, un indicatore molto seguito dalla Fed per la sua politica monetaria.

Grafico di Prezzo
Un barlume di speranza
Dopo la stabilizzazione d'inizio settimana, pare che i mercati vogliano riprendersi. Il contesto non è cambiato, ma sembra che alcuni dei timori su una possibile recessione siano parzialmente integrati nei prezzi. Ricordiamo che l'unico strumento della Fed, la banca centrale americana, per combattere l'inflazione è aumentare i tassi di riferimento. Un aumento troppo forte genererebbe un calo della crescita, dunque una possibile recessione se il rallentamento continua. Alcuni parlano persino di stagflazione, termine che non si sentiva dagli anni 70 e tornato di moda con tutti i timori storici connessi. Le attuali condizioni storiche invitano alla prudenza sulla scelta degli investimenti. Bisognerà essere particolarmente vigili sulla qualità delle società che si hanno nel portafogli, privilegiando aziende redditizie con flussi di cassa disponibili solidi, basso fabbisogno di finanziamento, basso indebitamento, un pricing power strutturale, una certa ricorrenza di risultati nel tempo e poca correlazione con i cicli economici. O perlomeno è quanto crediamo da MarketScreener per le settimane e i mesi a venire. E poi, dopotutto, una recessione non è mica la fine del mondo. Gli investitori a lungo termine non si preoccupano troppo delle attuali instabilità del mercato e ne approfitteranno per accumulare a buon mercato.
*La performance settimanale degli indici e delle azioni si riferisce al periodo che va dall'apertura dei mercati il lunedì alla preparazione di questa newsletter il venerdì.
La performance settimanale di materie prime, metalli preziosi e valute si riferisce a un periodo di 7 giorni da un venerdì al successivo, fino alla preparazione di questa newsletter. Tali attività continuano la loro quotazione nei weekend.